(Foto tratte dal sito www.ferdinandocamon.it)
Torna in libreria Un altare per la madre (Garzanti, pp. 105, euro 13,00), il libro con cui nel 1978 Ferdinando Camon vinse lo Strega. L'occasione è l'attribuzione del prestigioso riconoscimento alla carriera Premio Fondazione Campiello.
Veneto, classe 1935, scoperto e sostenuto ai suoi esordi come narratore nei primi anni '70 da Pier Paolo Pasolini, Ferdinando Camon è autore di numerosi romanzi tradotti in tutto il mondo.
Nel romanzo la morte dell'anziana madre dell'autore assurge a simbolo della fine della civiltà contadina.
Camon, che cosa è cambiato da allora?
«È scomparso tutto un mondo, un'idea della vita, della famiglia, del bene e del male. Quello che oggi constato nelle terre del ricco Nordest è un aspetto pervasivo e disperante, cioè una visione completamente materialistica dell'esistenza».
E questo cosa ha comportato?
«È venuto meno ogni senso del trascendente, insieme con l'idea di Dio, il valore della persona in quanto tale e la certezza dei criteri morali».
Come vede il futuro?
«Quello che ho imparato in 81 anni di vita è che nella Storia i problemi vengono superati non da soluzioni, ma dal sorgere di altri, nuovi problemi. Oggi quello a cui siamo di fronte è la necessità, inevitabile, di integrarci con altre culture, religioni, civiltà. È una montagna da scalare, una scalata per la quale occorrono coraggio e fiducia».