Se la parola “inverno” vi fa venire in mente piumoni, cioccolata calda e film di Natale, significa che siete fortunati: non fate parte dei 4,7 milioni di rifugiati e sfollati in tutto il mondo per i quali quello in arrivo si preannuncia come uno degli inverni peggiori di sempre, segnato – oltre che da cambiamenti climatici sempre più estremi e dall’impatto a lungo termine della pandemia di COVID-19 – dall’intensificazione dei conflitti e dall’aumento dei prezzi globali di energia e materie prime. A sensibilizzare l’opinione pubblica sulla grave minaccia che il freddo di questa stagione rappresenta per migliaia di famiglie ci prova UNHCR con la campagna “Fai sentire il tuo calore”, lanciata per raccogliere fondi e fornire assistenza urgente a 4.745.860 persone in Afghanistan, Egitto, Giordania, Iran, Libano, Pakistan, Siria e Ucraina.
«L’inverno moltiplica le sofferenze dei rifugiati e degli sfollati, fino a minacciare la sopravvivenza dei più vulnerabili», spiega Laura Iucci, direttrice della raccolta fondi UNHCR Italia. «Purtroppo stiamo vivendo una fase nella quale le guerre continuano a proliferare, mentre mancano soluzioni pacifiche: il risultato è che troppe vite vengono spezzate e troppe persone vengono sradicate dalla propria casa». Stando alle stime contenute nel recente rapporto Mid-Year Trends di UNHCR (Agenzia ONU per i Rifugiati), il numero di persone in fuga da guerre, persecuzioni, violenze e violazioni di diritti umani nel mondo ha con tutta probabilità superato i 114 milioni. Per 4,7 milioni di loro, sopravvivere con l’inverno alle porte è un incubo ad occhi aperti: in Ucraina, dove le temperature invernali possono scendere parecchi gradi sotto lo zero, moltissime case sono state danneggiate o distrutte dai bombardamenti e non tutti i danni causati alle infrastrutture energetiche e di riscaldamento stati riparati; in Afghanistan, sconvolto da forti terremoti nella provincia di Herat il 7 e il 15 ottobre scorsi, le temperature invernali possono scendere fino a -25°, rappresentando una grave minaccia per le famiglie sfollate che vivono sotto le tende, in rifugi danneggiati o in alloggi senza protezioni; in Siria, scossa anch’essa da un sisma lo scorso febbraio, le frequenti tempeste invernali minacciano la sopravvivenza di migliaia di persone, già sfollate a causa del conflitto.
Il piano della Ong prevede dunque di raggiungere quasi 5 milioni di persone con aiuti salvavita, riparando e isolando termicamente le abitazioni danneggiate da bombardamenti, ampliando e migliorando le strutture di accoglienza in funzione della stagione invernale, rafforzando le infrastrutture nei campi rifugiati – compresi i sistemi di drenaggio per evitare inondazioni –, distribuendo beni di prima necessità (coperte termiche, sacchi a pelo, utensili da cucina) e forme di assistenza. «Come accaduto lo scorso inverno, anche quest’anno esiste il rischio concreto che non siano disponibili i fondi sufficienti per aiutare tutte le persone che ne hanno bisogno», continua Iucci. La somma necessaria, infatti, si aggira intorno ai 267 milioni di dollari, imprescindibili per assicurare un alloggio dignitoso, sicuro e caldo è vitale a chi ora è in difficoltà. «Anche una coperta, però, può salvare una vita», prosegue la direttrice, «per questo facciamo un appello alla generosità di tutti: basta un piccolo aiuto per fare la differenza».
Chi desidera donare, può farlo attraverso il link https://bit.ly/aiuti-inverno, oppure ricorrendo a:
Paypal
bonifico bancario intestato a UNHCR - Causale: Aiuti per l’inverno,
IBAN: IT84R0100503231000000211000
bollettino postale sul conto corrente postale intestato a UNHCR - Causale: Aiuti per l'inverno, Numero: 298000
L’appello di UNHCR è accorato: con il gelo ormai in agguato, non c’è più tempo. Per salvare milioni di vite di bambini, anziani, donne e uomini che hanno perduto tutto, il momento di agire è adesso.