Da sinistra: monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti, e Carlo Petrini, fondatore di Slow Food. Foto: Slow Food.
Ce ne sono già una decina, in Italia (Bra, Alba, Pinerolo, Saluzzo, Roma), in Africa (a Tiébélé , nel sud del Burkina Faso, quasi al confine con il Ghana), nel Nordamerica (a Vancouver, in Canada). Altre trenta sono in fase di realizzazione. Frutto del lavoro dell'iniziativa del vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, e del fondatore di Slow Food Carlo Petrini, le Comunità Laudato si' lavorano per diffondere e radicare i valori dell’ecologia integrale, della giustizia sociale e della solidarietà attraverso eventi, conferenze, laboratori, corsi, pubblicazioni, scambi e iniziative sul territorio. L’adesione è libera e spontanea, aperta al mondo laico come a quello cattolico.
«Non c’è dubbio che il riferimento più forte dal punto di vista ambientale, ma anche nell’ottica di una diversa economia, sia in questi anni la Laudato si’: per questo abbiamo pensato di richiamarci a essa» ha spiegato Carlo Petrini nella conferenza stampa di presentazione .Queste comunità sono chiamate a «fare in modo che le tematiche di questo straordinario documento prendano corpo attraverso una mobilitazione nell’educazione, nelle buone pratiche, nella condivisione, nella capacità di fare rete mantenendo le proprie identità e adattando i propri obiettivi a quelli specifici dei territori». Obiettivi che verranno perseguiti dalla rete «all’interno di un percorso aconfessionale, trasversale e aperto a tutti perché tutti siamo ugualmente fratelli su questa terra, che è la nostra madre».
Monsignor Domenico Pompili, riprendendo il tema centrale dell’enciclica, ha sottolineato come «la provocazione di Laudato si’, non ancora del tutto recepita, è nell’idea che la visione ecologica dell’ambiente implichi una relazione a più vettori con il Creato, con le persone e con Dio». Aver messo in stretta connessione il tema della giustizia sociale con il tema dell’ecologia è la grande acquisizione della Laudato si’: «A partire da questo principio, lanciamo un appello a tutti gli uomini di buona volontà, credenti e non credenti. Le Comunità Laudato si’ sono lo strumento pratico che da oggi intendiamo proporre a chi vorrà essere della partita», ha continuato il vescovo di Rieti
Le Comunità potranno formarsi a partire da esperienze già presenti (associazioni, parrocchie, comunità e presidi di Slow Food) oppure organizzate allo scopo, sono realtà associative “leggere”, non hanno statuti ma si chiede la semplice adozione di alcune linee guida. È importante comunicare la propria adesione all’indirizzo info@comunitalaudatosi.org o al numero telefonico 3888881848 per ricevere aggiornamenti, newsletter e supporto. Tutti i dettagli sono sul sito http://comunitalaudatosi.org.
Con i contributi delle diverse Comunità in ogni parte del mondo, ad Amatrice nascerà un centro studi internazionale denominato Casa Futuro - Centro Studi Laudato si', dedicato alle tematiche ambientali e alle loro ricadute sociali: «È l’obiettivo che ci siamo dati per i primi tre anni. Partiamo da una terra ferita dal terremoto, che attende impazientemente di essere non già ricostruita, ma piuttosto rigenerata» ha aggiunto il vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili.. «Le Comunità condividono un codice etico - ha confermato Petrini - e un obiettivo materiale che è la realizzazione del centro studi». Allo scopo sarà ristrutturato un edificio, la Casa di accoglienza don Minozzi, capace di ospitare giovani per stage, scuole estive, percorsi di riflessione e scambio, eventi dedicati all'aggregazione e alla formazione. Un simbolo di devozione agli ultimi che dopo la tragedia del terremoto è divenuto simbolo della speranza e della tenacia di una città e di una terra. Parte da questa Casa, e sotto questi auspici, l'impegno delle Comunità Laudato si' per coltivare e custodire la nostra casa comune, il pianeta Terra.