Carla Nespolo dal 2017 è la presidente dell’Anpi, Associazione nazionale dei partigiani d’Italia. Per la prima volta, dopo quattro presidenti uomini ed ex partigiani, c’è una donna al vertice dell’associazione. Nata a Novara nel 1943, viene da una famiglia di antifascisti. Uno zio è stato capo comandante partigiano, la nonna, che viveva a Genova, ogni volta che il duce andava in visita alla città veniva arrestata perché si rifiutava di prendere la tessera del partito fascista. Insegnante, ha avuto una lunga carriera politica come parlamentare del Partito comunista. In occasione del 25 aprile l’abbiamo intervistata, per capire il ruolo dell’Anpi oggi, e come si appresta a celebrare questa ricorrenza in un momento particolare come quello che stiamo vivendo. «Sarà sicuramente un 25 aprile diverso da tutti gli altri», dice Carla Nespolo. «Niente cortei e assembramenti, ma non rinunciamo a celebrare questa data così importante per il nostro Paese. Anpi, con i suoi 135.000 iscritti, conta sezioni in tutte le province, e in molti comuni, e ci sono città come Milano, medaglia d’oro per la Resistenza, dove le sezioni sono molto numerose. In luoghi simbolo delle Resistenza un componente dell’Anpi con un rappresentante delle istituzioni andranno a mettere un fiore. Per tutta la giornata saremo attivi sui social con post di foto e testimonianze, anzi invitiamo tutti i cittadini a condividere i racconti di genitori e nonni partigiani. E per le 15 abbiamo lanciato un flash mob durante il quale tutti i cittadini potranno esporre al balcone la bandiera italiana e quella dell’Anpi, e cantare per esempio Bella Ciao».
Avete aderito anche all’iniziativa social promossa da Carlo Petrini per il 25 aprile i firmatari dell’appello di #iorestolibero..
«Sì, tutti coloro che hanno sottoscritto l’appello compaiono solo con il loro nome e solo gli ex partigiani sono indicati anche con la loro qualifica. Si tratta di una raccolta di fondi che parte da un minimo di 2 euro che verranno destinati a Caritas e Croce rossa per aiutare le fasce più deboli della popolazione, come coloro che non hanno una casa. In questo momento Resistenza significa anche solidarietà e senso della comunità».
Chi sono oggi gli iscritti all’Anpi?
«La nostra è un’associazione intergenerazionale. Quando ancora si potevano fare manifestazioni io stessa ho incontrato tanti giovani. Ma non dimentichiamo che tra i nostri iscritti un posto d’onore ce l’hanno gli ex partigiani, che sono ancora numerosi. Sul nostro sito c’è una sezione dedicate alle loro testimonianze video, un patrimonio prezioso».
Quali sono gli scopi dell’Anpi?
«La prima cosa è la conservazione della memoria. Nacque a Roma il 6 giugno 1944, mentre ancora il Nord Italia stava subendo l'occupazione nazifascista, ,proprio con l’obiettivo di trasmettere la memoria alle nuove generazioni. Per capire il presente bisogna sapere da che cosa veniamo, ovvero dalla violenza nazi-fascista. L’Italia ha potuto risorgere attraverso la lotta partigiana in armi e il sostegno del popolo. Sono stati i partigiani a salvare l’onore dell’Italia che era uscita sconfitta dalla seconda guerra mondiale. Bisogna avere un grande rispetto per chi ha lottato per conquistare la libertà e sconfiggere il fascismo. Per questo motivo noi siamo molto attivi nelle scuole, tanto da essere stati riconosciuti come ente formativo dal Miur. Un altro nostro obiettivo è far conoscere la Costituzione. È una delle più belle del mondo, ed è stata di ispirazione anche per la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Purtroppo non sempre la nostra Costituzione è stata applicata».
Di questo periodo così difficile che l’Italia sta vivendo c’è un’immagine particolare che esprime il senso del vostro operato?
«Io scelgo a immagine simbolo quella di papa Francesco che prega in assoluta solitudine in Piazza San Petro. Condividiamo con essa il messaggio di pace e di speranza per il futuro».
Ricordiamo che si può aderire alla raccolta fondi per Caritas e Croce rossa sul sito il sito www.25aprile2020.it, collegato alla piattaforma GoFundMe.