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lunedì 20 gennaio 2025
 
 

Bambini in Tv, la fabbrica dei cloni

29/11/2011  Al "Ti lascio una canzone" della Clerici sulla Rai, replica "Io Canto" di Gerry Scotti su Canale 5. Ma la rincorsa vira verso il baby talent, rendendo i bambini forse troppo adulti.

Clonare i programmi è diventato di moda ma non sempre porta fortuna, soprattutto in termini di qualità. In questo caso anche di ascolti. Ti lascio una canzone, l’ ormai collaudato revival delle canzoni della nostra storia riproposte dagli under 16, è stato replicato, com'è noto, dalla rete ammiraglia di Mediaset. Io canto, la risposta di Canale 5 alla Rai, è arrivato ormai alla finalissima della sua terza edizione ma, passando dalla tv pubblica alla tv commerciale, ha perso per strada quell’idea originaria che dà respiro a un programma per altri versi criticabile. Qualcuno, nonostante il successo degli ascolti, continua a storcere il naso. L’utilizzo dei bambini per far spettacolo, il fatto che questi cantino le canzoni degli adulti e non i motivi dello Zecchino d’oro

Ma l’idea vincente, che viene fuori dalla bella canzone di Gino Paoli, è quella di lasciare in eredità alle nuove generazioni il repertorio delle canzoni più belle. In un certo senso la colonna sonora, il linguaggio musicale, della nostra vita. Quest’idea il clone di Canale 5 l’ha persa per strada, virando decisamente quanto impropriamente verso il baby talent, con tanto di sfide ed eliminazioni che sembrano prese in prestito da Amici, il talent di Maria de Filippi. E dire che Gerry Scotti è un conduttore bravo e sensibile, che nel programma ci mette del suo, come la Clerici. E dire che in giuria ha artisti di livello. Chi c’è di meglio di Mogol? Eppure, soprattutto in quest’ultima edizione, la trasformazione è netta. La finale, prevista per questo giovedì, lo conferma.

I concorrenti, mai come in questo caso il termine è più improprio, trattandosi di minori, si sono ridotti a dieci. Qualcuno degli eliminati ha pianto e pazienza se sono state lacrime miste ad abbracci dei rivali perché si sa, i bambini sono bambini e l’amicizia a quell’età prevale su tutto. C’è anche un premio in palio, uno stage negli Stati Uniti. Niente di male, per carità, ma perché professionalizzare a ogni costo la passione e l’entusiasmo dei ragazzi? La conseguenza è stata che il Ti lascio della Rai, e questa è una fortuna, grazie anche alla sensibilità degli autori e della Antonellina nazionale, ha virato in senso opposto. Nella finale di sabato scorso le canzoni vincitrici delle singole puntate sono state ridistribuite tra i protagonisti e la conduttrice ha ribadito più di una volta che a vincere la gara sono le canzoni. I bambini, per i quali non ci sono premi se non il fatto di avere partecipato, vincono tutti. Un’altra conferma di questa edizione, ormai la quinta, è la grande attenzione per il repertorio della lirica che è anche una scoperta.

Il bel canto, patrimonio assoluto della nostra tradizione, è tutt’altro che estraneo ai più giovani. Ben due coppie di giovanissimi si sono cimentati in brani del repertorio, dal musical all’operetta alla canzone napoletana con incursioni nella lirica vera e propria, e il grande pubblico li ha sempre premiati. “Abbiamo fatto grande attenzione a non forzare le loro voci”, ci assicura Ivano Balduini, uno degli autori della trasmissione. D’altra parte questi ragazzi sono mossi da una grande passione, vanno a scuola di canto e sono costantemente seguiti dai loro maestri. “Abbiamo anche cercato di valutare i testi, evitando i contenuti più stonati”, continua, “d’altra parte i bambini hanno sempre cantato le nostre canzoni, anche nella vita di tutti i giorni, sarebbe moralistico presumere il contrario. Evitare la competizione è un’altra cosa e questo rientra nel dna del programma”.

Un conto è evitare che i minori scimmiottino gli adulti con atteggiamenti e protagonismi impropri. Un conto è immaginare che ragazzi di dieci, tredici anni, possano continuare a fischiettare i motivi dello Zecchino d’Oro, un festival bellissimo, ma adatto ai più piccoli. La fine della Tv dei ragazzi, è inutile negarlo, ha lasciato una fascia scoperta, che è quella dei ragazzi degli ultimi due anni delle elementari e delle medie. In una società precocissima come la nostra sono i veri adolescenti e nessuno o quasi si occupa di loro. I dati dicono che Ti lascio una canzone è un programma visto dalle famiglie ma anche da tantissimi ragazzi e questo è un bene.

Che la Tv pubblica possa e debba fare qualcosa di più in questa direzione è altrettanto certo. Intanto, questo sabato, appuntamento con la festa finale del programma. Ti lascio una canzone tornerà il 23 dicembre per una serata natalizia con le canzoni più belle del repertorio di Natale. Ospite d’onore Massimo Ranieri che canterà Quanno nascette ninno, la versione originale della più nota Tu scendi dalle stelle di Alfonso Maria de Liguori. Inutile sottolineare che un po’ di storia della musica non fa male a nessuno, adulti e ragazzi, anche e soprattutto quando ci arriva dalla Tv.

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