«Per un musicista il fatto di esercitare la propria professione, in un Paese come l’Italia, è già una rarità: il ruolo di maestro di Cappella, poi, è ancora più raro, per cui mi considero doppiamente fortunato».
Daniele Bononcini, 45 anni, sposato e padre di una bambina di sei, dal 2001 è il direttore della Cappella musicale del duomo di Modena. Era già organista dal ’96, poi ha assunto entrambe le cariche, «per la prima volta nella storia della Cappella», spiega, «ma in fondo è stato un bene perché due galli nello stesso pollaio spesso finiscono per litigare».
Una storia lunghissima quella della Cappella musicale della cattedrale estense, una delle più antiche d’Europa. Le ricerche infatti dicono che già prima dell’anno 1000 esisteva un cantor incaricato di istruire i chierici nel canto liturgico, segno dell’importanza che fin dal Medioevo veniva data alla musica sacra. Dopo il ritorno dei Papi da Avignone nascono formalmente le Cappelle musicali e la diocesi di Modena è una delle prime a dotarsi di una struttura musicale definita, che poi opererà dei secoli successivi. Nel 1453 viene nominato il primo maestro di Cappella. Da allora 49 musicisti hanno assunto questa carica. La Cappella ha subìto un momento di crisi ed è stata ripristinata nel ’92, dopo due anni di vuoto. Dopo la nomina, il maestro Bononcini si è speso senza risparmio per ridare il giusto prestigio a questa eccellenza della città emiliana.
TRADIZIONE E INNOVAZIONE
Quattro cori attivi, oltre 300 Messe all’anno con servizio musicale, di cui oltre 60 in latino con canto gregoriano e 25 in polifonia. E poi concerti, registrazioni e soprattutto la scuola dei Pueri cantores e degli Juvenes, in cima alla lista delle sue priorità. «La mia è una professione bellissima ma anche molto variegata, che richiede consapevolezza e un grande senso di responsabilità», ammette Bononcini. «Non si tratta solo di dirigere e di formare le voci dei coristi, ma anche di curare tutta la vita della Cappella, compresa la ricerca dei finanziamenti e il restauro degli ambienti. E poi c’è lo studio della nostra tradizione, che considero essenziale».
Da anni, infatti, il maestro sta recuperando e studiando l’archivio capitolare, cercando di raccogliere tutti gli scritti dei precedenti maestri, tra cui musicisti famosi come Orazio Vecchi. «Non tutti gli spartiti sono conservati nel nostro archivio, per cui è stato necessario allargare la ricerca», continua. Ne sono nate registrazioni e anche un cd con le musiche di Orazio Vecchi. Un risultato importante, perché «studiare questi maestri ci permette di capire che la musica del passato rappresenta un linguaggio attuale, esattamente come il romanico della nostra cattedrale, che ancora oggi non solo richiama i turisti, ma soprattutto parla ai fedeli».
UN DISCO CON CLAUDIA KOLL
È per questo che la musica, in particolare la musica sacra, riveste un ruolo così importante. «Mi piace ripetere che attraverso la musica c’è davvero la possibilità di conquistare anime a Dio», dice Bononcini che, in occasione dell’anno della Misericordia, ha composto le musiche di Pace a voi, un cd realizzato con Claudia Koll ed edito dalla San Paolo.
«Grazie per la bella musica, per il suo lavoro nella formazione delle voci, unendole nel canto polifonico, perché appaia la bellezza, nella quale si sente presente in mezzo a noi la liturgia celeste», gli ha scritto di suo pugno Benedetto XVI. «Papa Ratzinger ha dato un grande impulso alla musica sacra e alla ripresa di diverse Cappelle che avevano subìto una battuta d’arresto negli anni Settanta», spiega Bononcini. «Va detto però che anche papa Francesco è orgoglioso dell’attività della Cappella musicale pontificia sistina che oggi con il maestro Palombella sta facendo cose eccellenti, nella consapevolezza che la musica, come l’arte, è una forma di evangelizzazione. Le diocesi italiane dovrebbero seguire questo esempio».
La realtà, purtroppo, non è così rosea. «Siamo ben lontani dal fervore di attività musicale che caratterizza il Nord Europa e anche le cattedrali americane», continua. «Non che manchino le professionalità, ho fatto io stesso una ricerca e ho visto che in ogni diocesi italiana ci sarebbero fior di musicisti disposti a mettersi in gioco. Dipende dall’iniziativa del vescovo e del capitolo. È chiaro che mettere in piedi una Cappella e mantenerla richiede un grande impegno, che però è assolutamente ripagato».
IL MAGNUM MYSTERIUM
La Cappella musicale, in fondo, è la colonna sonora della diocesi e ne sottolinea tutti i momenti liturgicamente più importanti. La Cappella di Modena, che sta vivendo una stagione felice, vanta anche un’attività concertistica di rilievo. Proprio il 26 dicembre, per santo Stefano, è in calendario un concerto che rappresenta un appuntamento molto atteso dalla città. Magnum mysterium è il titolo dell’evento di quest’anno, una sorta di sacra rappresentazione in musica che racconta la nascita di Cristo secondo le visioni della beata Emmerick.
«La consapevolezza della città sta crescendo di pari passo col nostro impegno», ammette il maestro. Essenziale a questo proposito la formazione dei giovani e dei ragazzi. La scuola, che oggi è collegata all’Istituto diocesano di Musica sacra, prevede anche un momento propedeutico che può partire dai tre anni. Poi, dalla seconda elementare, i bambini entrano nei Pueri cantores e fanno tutto il percorso studiando sia il repertorio polifonico che il gregoriano. «Si tratta di un’esperienza importante anche dal punto di vista spirituale», spiega Bononcini. «Studiare seriamente la musica fa crescere e allarga la mente: però bisogna osare e mirare alto».
L’IMPEGNO NELLE SCUOLE
Purtroppo la situazione dell’educazione musicale nel nostro Paese è desolante. «Direi che è inesistente», puntualizza il maestro. «Siamo il Paese del bel canto e trascuriamo completamente la formazione dei giovani, con il risultato che consumano solo musica priva di contenuti».
Il maestro Bononcini è molto impegnato nella divulgazione. «Lavoro molto con le scuole e ci tengo ad accogliere personalmente i ragazzi. È una grande soddisfazione vedere il loro coinvolgimento, perché appaiono quasi meravigliati di scoprire una realtà di questo genere». Una scoperta che in alcuni casi può essere determinante per le scelte future. Dalla scuola, infatti, sono usciti ottimi musicisti. «Tornate quando volete, non mi stanco di ripetere, questa è una grande eredità ed è anche vostra».
Foto di Fabio Boni