Più dei corvi della Torre di Londra, è il neonato principe di Cambridge, terzo erede al trono in linea diretta, a garantire il futuro della monarchia britannica: «La nascita del figlio di William e Kate proietta già i Windsor verso il 2100 e se il piccolo ha i cromosomi della bisnonna ha già un’assicurazione su una lunga sopravvivenza», scherza Antonio Caprarica, corrispondente Rai da Londra e autore di numerosi libri sul mondo anglosassone. Dopo un’estenuante attesa davanti al St. Mary Hospital, l’Inghilterra ha il suo piccolo principe: una nascita che viene festeggiata non solo dai sudditi di Sua Maestà ma, tra notizia e gossip, anche nel resto del mondo.
«A ogni evento che riguarda la famiglia reale ci domandiamo perché siamo tanto attratti da quanto avviene a Buckingham Palace. La risposta è sempre la stessa: quella inglese è l’unica monarchia esistente degna di questo nome, ricca di tradizione, rigidi rituali, una magia che affascina sempre. Una famiglia che ha attraversato grandi vicende di amore e morte, con una personalità forte come quella della Regina Elisabetta e figure emblematiche come quella di Diana, protagonista della più grande storia di intreccio tra felicità, amori e disgrazie».
La monarchia britannica è sempre stata molto tradizionalista. Cosa prevede il protocollo reale per la nascita del royal baby?
«Come per tutti gli eventi anche in questo caso ogni atto è regolato da un protocollo molto rigido che prevede che la notizia venga data alla regina da un messaggero che porta un documento scritto di proprio pugno dal principe padre. In questo caso è stata fatta un’infrazione, un modesto segno di progresso: William ha preso il cellulare e ha chiamato la nonna. Buckingham Palace ha subito dato la lieta novella a tutti i capi di Stato del Commonwealth, in particolare ai 16 che ancora riconoscono la monarchia, mentre Downing Street annuncia la nascita ai Paesi amici. Dopo che la regina è stata informata vengono sparati a salve 41 cannoni di artiglieria e viene portato fuori dal palazzo il certificato reale di nascita, posto sopra un cavalletto (lo stesso da un centinaio d’anni), per dare la notizia al popolo. Dovremo però attendere ancora per sapere il nome: quello di Carlo fu annunciato un mese dopo la nascita, per William l’attesa è stata di una settimana e anche per la principessa Beatrice fu comunicato 15 giorni dopo, in occasione del Battesimo. La monarchia ha tempi tutti suoi».
Ma per capire a chi assomiglia... quando possiamo vedere il piccolo?
«I familiari e gli amici più intimi stanno andando a trovare mamma e bambino in ospedale. Per tutti gli altri, al momento in cui la puerpera lascia l’ospedale il neonato viene mostrato al popolo da mamma Kate, ovviamente accanto a William. Non ci sarà da attendere molto: Diana lasciò il St Mary dopo 21 ore, ma si dice che Kate voglia accorciare ancora di più i tempi. Ovviamente la regina non deve prendersi il disturbo, il bambino le verrà presentato nelle sue auguste stanze».
La principessa di Cambridge dovrà lottare ingerenze di casa Windsor per crescere il figlio a modo suo?
«Questo bambino non crescerà con la rigidità di corte di Carlo e i suoi fratelli, ma con molto più affetto e calore familiare anche rispetto a William e Harry. Kate è stata chiara: nelle prime settimane non affiderà a nessuna nanny il bambino, che alleverà da sola. Certo, magari con l’aiuto della signora Middleton che se ne intende, visto che di figli ne ha cresciuti ben tre. Del resto quello che ha fatto innamorare di lei il principe William è proprio la stabilità degli affetti familiari e c’è da scommettere che all’erede al trono sarà assicurato un rapporto affettivo stretto e la normalità dell’ambiente familiare. Poi, ovviamente, parliamo di una mamma che deve adempiere ai suoi obblighi istituzionali e per questo non sarà del tutto ordinaria, quando dovrà riprendere i suoi impegni di rappresentanza dovrà affidare il bambino alle tate di corte».
Un piccolo principe cullato dai genitori, nella maestosità di una reggia, ma con la genuinità di tanto affetto. E tate pronte ad aiutare mamma Kate non appena dovrà tornare ai suoi compiti di principessa. Una favola che fa sognare noi mamme qualunque, in lotta con la conciliazione casa lavoro.