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lunedì 04 novembre 2024
 
CARITAS
 

«La migrazione non è un'emergenza ma una realtà complessa da governare»

17/04/2023  Come Caritas, ha detto monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia e presidente dell'organismo ecclesiale, «vogliamo essere al servizio dei poveri, farci voce verso le istituzioni e le Chiese a nome dei poveri. Importante è avere una grande attenzione non per indulgere necessariamente alla denuncia ma per essere una realtà attiva che sappia ascoltare e farci voce verso le istituzioni»

Monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, 66 anni, arcivescovo di Gorizia e presidente della Caritas italiana - foto: Francesco Carloni /Caritas italiana. In alto e in copertina, arrivi di migranti sulle coste italiane. Foto Ansa.
Monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, 66 anni, arcivescovo di Gorizia e presidente della Caritas italiana - foto: Francesco Carloni /Caritas italiana. In alto e in copertina, arrivi di migranti sulle coste italiane. Foto Ansa.

La migrazione «non è una emergenza ma una realtà con cui fare i conti con lucidità, realismo e capacità innovativa. Non è un problema da risolvere ma una realtà da governare nella sua complessità, dando attenzione ai diversi valori: alla vita fisica delle persone, ossia se uno sta morendo va salvato; alla dignità delle persone, al loro desiderio di pace, giustizia e di un cammino di vita migliore. Sul tema dell’integrazione vorremmo che i migranti fossero tutelati dalle leggi e non limitati dalle leggi. Serve poi un lungo e paziente lavoro per eliminare le cause delle migrazioni forzate». Lo ha affermato a Salerno monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia e presidente della Caritas italiana, nel suo intervento in apertura del 43° Convegno nazionale delle Caritas diocesane intitolato “Agli incroci delle strade. Abitare il territorio, abitare le relazioni” programmato dal 17 al 20 aprile.

Come Caritas, ha detto l’arcivescovo stando allla cronaca dell'agenzia di stampa Agensir, “vogliamo essere al servizio dei poveri, farci voce verso le istituzioni e le Chiese a nome dei poveri. Importante è avere una grande attenzione non per indulgere necessariamente alla denuncia ma per essere una realtà attiva che sappia ascoltare e farci voce verso le istituzioni”. Ad esempio sul tema “della revisione del reddito di cittadinanza, sulla perdita del lavoro o la fatica ad inserirsi nel mondo lavoro, sulla situazione di povertà cronicizzata che richiede un intervento complessivo non solo legato al dare soldi ma una attenzione alla persona e alla famiglia”. Sul tema della pace in Ucraina e “in tante altre parti del mondo funestate da conflitti” ha precisato: “La pace implica rispetto reciproco, attenzione alle minoranze, una diplomazia un po’ creativa, con l’impegno delle nazioni più che nell’invio di armi nella giustizia”. Mons. Redaelli ha ricordato anche i gemellaggi con Caritas di altre Chiese nella crescita o nelle emergenze, come la colletta a favore dei terremotati in Turchia e Siria, l’impegno per aiutare l’Africa orientale e tante situazioni di povertà nel mondo.

 
 
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