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Carla Fracci, la devozione a Maria: «Ogni notte, prima di dormire, mi rivolgo a lei»

28/05/2021  «E' come un abbraccio che ti avvolge e ti emoziona: è la nostra Madre, una nostra amica, una parente, il nostro tutto». Storia di un amore mai spezzato dalle prime preghiere con la nonna Argelide, a quelle nella chiesa milanese di San Fedele prima di danzare alla Scala o alle sue intense interpretazioni della Vergine. Riproponiamo un articolo uscito nel febbraio 2020

Il mito senza tempo di Carla Fracci,una delle più grandi danzatrici del mondo, vive ancora come un esempio d’arte e disciplina, prima di tutto, ma pure di bellezza e spiritualità. E tuttora,a 83 anni, Carla emana una femminilità delicata, ancora più affascinante, in quanto filtrata da una visione della vita nobile  e partecipe, grazie anche alla fede  e, in particolare, alla devozione alla Madonna. Figlia di un tramviere, Carla iniziò, quasi per caso, la scuola di ballo al Teatro della Scala di Milano dove veniva chiamata affettuosamente la “tranvierina” o la “fraccina” per la sua costituzione minuta, per diventare, in breve, prima ballerina e  poi star internazionale. Si è esibita  nei teatri più famosi del mondo, con partner prestigiosi, come Rudolf Nureyev e Mikhail  Barysnikov , senza mai perdere quel tocco di semplicità tipico del suo percorso umano e artistico. Nell’autobiografia Passo dopo passo (Mondadori), rievocando i tanti personaggi famosi che sono stati suoi compagni di viaggio, da Luchino Visconti a Franco Zeffirelli, da Margot Fonteyn a Maria Callas, la Fracci cita anche Madre Teresa di Calcutta, un incontro emblematico di quella attenzione al sacro che l’ha sostenuta e guidata nella sua carriera: una serie ininterrotta di successi, spesso condivisi con il marito, il regista Beppe Menegatti, padre del suo unico figlio, Francesco.  Una famiglia unita la loro, mai sfiorata dai pettegolezzi nell’ottica di un matrimonio cattolico nel senso più completo del termine.

 «Al contrario di molte ballerine che hanno rinunciato alla maternità per la danza, io credo che questa esperienza completi l’esistenza di una donna, la maturi e arricchisca anche il suo lavoro», spiega  La Fracci. Racconta di aver ricevuto dalla madre, devota a Sant’Antonio, l’educazione religiosa che l’ha forgiata a quel senso dell’etica, punto focale della sua attività artistica e della sua vita familiare. Con la benedizione di Maria, che Carla ha interpretato nel 2014 nello spettacolo, diretto dal marito,  Sogno Annunciazione Vita di Maria, (una rivisitazione di Marienleben di Rainer Maria Rilke), proposto per la prima volta al teatro San Carlo di Napoli. «Un omaggio alla Madonna attraverso la poesia, la musica  e la danza», dice il regista, ricordando che, secondo i Vangeli apocrifi, quando, da bambina, Maria venne condotta al tempio, si tolse i calzari e danzò. Ed è stata proprio questa importante prova d’artista che ha dato lo spunto a Carla Fracci di rivelare il suo culto mariano.

«Sono credente e ogni sera prima di addormentarmi  recito una preghiera alla Madonna», ha rivelato l’ étoile. «Maria è come un abbraccio che ti avvolge e  ti emoziona: è la nostra Madre, una nostra amica, una parente, il nostro tutto. A lei ci si affida ed io, al momento di entrare in palcoscenico, mi faccio sempre il segno della Croce, sicura che da lassù qualcuno mi segue e mi aiuta. Prima degli spettacoli alla Scala, noi ballerine andavamo in una cappella della vicina Chiesa di San Fedele a rendere omaggio a Maria e il giorno dopo lo spettacolo tornavamo da Lei per ringraziarla  e portarle i fiori. Per questa usanza, tanti anni fa,  quell’immagine del XIV secolo ( detta La Madonna del Latte o dei Torriani, oggi inserita nel percorso museale della chiesa, ndr) , venne indicata come la Madonna delle ballerine, il loro luogo dell’anima».

Carla, nella sua devozione alla Vergine, si emoziona ricordando le sensazioni che provò nel portare in scena la figura della Madre celeste «Ho cercato di rendere la sua consapevolezza del difficile compito affidatole da Dio di essere la Madre di Gesù e quindi dell’umanità, reso possibile dal suo totale abbandono alla fede che io condivido nella vita reale. Questo valore cattolico,infatti, mi ha sempre accompagnato, anche attraverso la devozione per  San Francesco che in famiglia viene considerato quasi un nostro caro, tanto che mio figlio porta il suo nome, lo stesso del nostro papa, un uomo straordinario, un dono di Dio».

Lo slancio per Maria nella Fracci, tuttavia, affonda radici profonde. Fu la nonna materna Argelide a trasmetterglielo, negli anni bui della seconda guerra mondiale, quando si rifugiò a Volongo, nel cremonese, con la famiglia, mentre Milano era sotto i bombardamenti. La nonna è stata per lei una maestra di vita a tutto tondo: «Una piccola straordinaria contadina dagli occhi vivaci. Ricordo quell’inverno freddo in cui si andava nelle stalle per riscaldarsi. Quelli con lei sono stati gli anni in cui mi sono formata come persona e su di me hanno influito molto il suo senso morale, l’importanza dell’attaccamento alla terra e dell’educazione dei figli». A Volongo fece la prima Comunione, guidata da don Gaetano Prati, sacerdote di marcata devozione mariana, nella chiesa parrocchiale, dedicata alla Beata Maria Vergine e ai Santi Pietro e Paolo, dalla bella facciata neoclassica. E lì pregava spesso, con la nonna, nella grande cappella dedicata alla Madonna del Campanile, davanti all’affresco raffigurante l’apparizione seicentesca della Vergine nell'atrio della torre campanaria.  E lì, non a caso, volle tornare a sposare Beppe Menegatti, il compagno di una vita, col rito religioso, il 7 ottobre 1964.

 

Carla ricorda con grande trasporto anche il suo incontro col Santo Padre nel 2018, l’occasione  per scambio di sentimenti affettuosi, espressi  in un clima di toccante familiarità. «Gli ho portato i saluti di mio figlio e lui, prendendomi le mani mia detto che la danza è poesia e preghiera», racconta Carla che probabilmente Carla gli ha parlato anche di Maria,  sempre presente nella sua produzione artistica. Tanto che, nel 2019, al Festival della Danza di Moncalvo,  ha curato la scenografia di un balletto rappresentato sul sagrato della Basilica della Madonna di Lourdes, davanti a ventiquattromila fedeli.  Uno dei tanti tasselli del mosaico di fede percorso dalla Fracci che annovera  anche un incontro illuminante con Madre Teresa di Calcutta, la quale andava spesso ad applaudirla insieme al fratello residente in  Italia, a Palermo. E  Carla conserva  una lettera che le inviò: «Carissima signora Fracci, il buon Dio vi ama teneramente. Metta tutto il suo amore per Lui nella danza, affinchè il pubblico, grazie e a lei possa essere attratto dall’assoluto…».

«Incontrai Madre Teresa al Teatro Massimo di Palermo e più tardi accolsi con grande emozione il suo messaggio scritto su di una cartolina raffigurante un  affresco della Cappella  Palatina», racconta Carla. «Le sue parole, in un momento di difficoltà, mi indicarono la strada da seguire, a conferma che la danza può essere una forma di spiritualità altissima». E la Madonna compare ancora idealmente nella produzione artistica della Fracci nel 2017 , per la dodicesima edizione del Teatro del Silenzio a Lajatico, in provincia di Pisa in cui, con un abito bianco stilizzato,da extraterreste , incarna la Vergine in una versione futuristica, durante un concerto di Andrea Bocelli, anch’egli fervente cattolico.  «Ogni volta che affronto un compito così importante mi sento fiera del privilegio che mi è concesso , ma anche ansiosa per l’impegno che esso richiede, non solo artistico, ma anche e soprattutto emotivo e spirituale», spiega Carla.  Racconta di trovare sempre il tempo per andare a Messa la domenica,e di  rivolgersi costantemente a Maria, nella gioia, per ringraziarla e nel dolore, per cercare conforto. E di certo in quei momenti ritrova la dimensione umana trepidante e tenera di quando, all’inizio della carriera, pregava la Madonna delle ballerine, la quale, tra i tanti doni, le ha fatto quelli della fede e dell’umiltà : valori che danno alla  fama di Carla Fracci un senso spirituale profondo, quasi fossero i gradini  di quella scala ideale che porta fino a Dio

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Dalla Scala al Teatro dell'Opera di Roma, l'omaggio a Carla Fracci
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