CONTI: AMARE IL PROSSIMO PER ME È UN COMANDAMENTO IMPORTANTE
Alla fine Carlo Conti ha deciso di rompere il riserbo e rivelare che donerà «una parte importante» del suo cachet per la conduzione del Festival di Sanremo ai terremotati del Centro Italia.
Appena avevano cominciato a circolare notizie - peraltro non verificate - sull'entità del compenso che riceverà, i social hanno preso di mira iL conduttore, attaccandolo anche sul suo profilo Faceboook, spesso usando l'insulto. «Vergognati, guadagnerai tutti quei soldi, mentre le gente colpita dal sisma nel Centro Italia soffre», era in sostanza il tenore delle critiche (almeno di quelle che non trascendevano nell'insulto).
Così Conti, attraverso un'intervista a Oggi, è uscito allo scoperto, rivelando che aveva già deciso di devolvere parte del suo guadagno per i terremotati e che avrebbe voluto mantenere la riservatezza su questo gesto, come aveva già fatto in passato. Merita di essere sottolineata la motivazione con cui Conti spiega questa sua decisione: «Amare il prossimo è per me un comandamento importante che cerco di mettere in pratica ogni giorno».
Di fronte agli attacchi, poi, si è sentito in qualche modo costretto a rendere pubblica la sua decisione.
650 MILA EURO: FRA MERCATO ED ETICA
Sembra che la cifra che percepirà il conduttore sia di 650 mila euro. Sembra, ma non sono arrivate né conferme né smenitete. Qualcuno ha precisato che quella cifra non copre solo la conduzione della gara canora, ma anche la direzione artistica di Radio Rai e la realizzazione di altri progetti, tutti in contratto di esclusiva, per la Tv pubblica. D'altra parte, ha osservato qualcun altro, quel cachet è perfettamente in linea con il mercato.
Un tema richiamato anche dallo stesso Conti, che ha ricordato il successo delle precedenti edizioni del Festival, che hanno generato un attivo e una ricchezza per l'emittente pubblica.
Carlo Conti ha ragione quando, dati alla mano, sostiene che il suo lavoro ha portato soldi alla Rai. Tenendo ben presente che tutto ciò che riguarda la Rai riguarda ogni cittadino, perché appartiene allo Stato e quindi al pubblico, bisogna ammettere che l'oneroso investimento (i 650 mila euro di cachet) ha portato buoni frutti, non ha creato debiti, ma un guadagno, che per l'edizione 2017 si calcola attorno ai 7 milioni di euro. Soldi che, attraverso la Rai, tornano alla collettività.
Allo steso modo, ha ragione chi sostiene che quel compenso rientra nella logica del mercato (in passato si è andati oltre: Paolo Bonolis, ad esempio, prese un milione di euro).
Il giudizio può cambiare solo se guardiamo questa polemica da un punto di vista strettamente morale: hanno senso tali cifre per uno spettacolo televisivo? La risposta appare scontata, tanto più se rapportata alla dura realtà e normalità della stragrande maggioranza delle persone.
D'altra parte la Rai è un'azienda che sta sul mercato e ha dei concorrenti: se vuoi vincere la battaglia dell'auditel, devi acaparrarti i migliori profesionisti, pagandoli secondo le cifre di mercato.
UN TETTO AI CACHET COME PER LE AZIENDE PUBBLICHE?
Trattandosi comunque di un'azienda pubblica, l'unica ipotesi che si potrebbe prendere in considerazione è quella di mettere un tetto ai compensi, come è stato fatto per molte aziende a patrimonio statale. Con il rischio che alcuni professionisti declinino l'invito, se la proposta non corriposnde alle loro pretese...