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giovedì 13 novembre 2025
 
regno unito
 

Carlo III, un monarca amato dai suoi sudditi, nonostante tutto

06/05/2023  Un intero Paese è andato in scena per l'incoronazione del re. Ecco perchè gli inglesi non possono fare a meno di lui, nel bene e nel male

 

«Penso che per un italiano sia davvero difficile capire che cosa il re rappresenti per noi perché per voi Carlo è soltanto l’adultero che ha tradito Diana, un attore, il protagonista di una soap opera, mentre per noi è il re, una figura istituzionale, con un ruolo preciso, che Dio ci ha affidato mille anni fa. Si. Proprio affidato è la parola giusta perché siamo noi a volere il re e a sostenerlo. Se decidessimo che non fa bene il suo lavoro potremmo mandarlo via, con un referendum, ma non c’è nessuna prova che questo stia succedendo».

Cosi Geraldine Carpenter, 66 anni, ex ostetrica in pensione, profondamente monarchica, cerca di spiegare l’istituzione della monarchia.

«E poi io non mi fido dei media», aggiunge, «so che si concentravano su Diana perché garantiva loro la notizia, lo scandalo ed era facile fotografare lei e far fare a Carlo la parte del cattivo, ma la principessa aveva tanti problemi mentali. So, con certezza, che il re è stato un buon padre per i suoi figli, li ha amati e curati e so che si preoccupa davvero dei suoi sudditi e, soprattutto, di quelli che sono in difficoltà perchè, appena trentenne, ha fondato il “Prince’s Trust”, una charity, proprio per giovani senza lavoro, con problemi, a rischio di esclusione sociale e, da anni, è impegnato nel sociale».

«Penso che Carlo abbia avuto una vita difficile. La madre lo teneva a distanza perché troppo impegnata con la sua carriera, quando era piccolo, facendolo soffrire, benchè lui le assomigliasse molto, sensibile, timido, introverso», aggiunge Rosaleen Spencer, 54 anni, insegnante. «Il padre lo voleva forte e intraprendente e, invece, peggiorò i suoi limiti umani, mandandolo in a scuola severissima, Gordonstoun, dove Carlo venne bullizzato. Per questo motivo il nostro sovrano ha cercato modelli di ruolo in guru come il perennialista Laurens von der Post. Quando hanno combinato il suo matrimonio con Diana, Carlo non ha avuto la forza di dire di no. E’ stato un debole, certo, ma anche una vittima, del ruolo nel quale si trovava e delle aspettative della società nei suoi confronti».

Non sappiamo ancora se re Carlo, incoronato oggi, nell’abbazia di Westminster, raggiungerà la popolarità della mamma Regina Elisabetta ma, per le migliaia di Geraldine Carpenter e Rosaleen Spencer che, in questo momento, stanno preparando i festoni per le feste di quartiere in tutto il Regno Unito, mentre cucinano la quiche vegetariana fatta di fagioli e spinaci, piatto ufficiale dell’incoronazione e omaggio all’ambientalismo del quale il nuovo sovrano è stato uno dei pionieri, il re, oggi, si chiama Carlo Windsor e sono pronte ad acclamarlo, come hanno fatto, in passato, le loro mamme, nonne e bisnonne.

Carlo ha studiato il suo ruolo per settant’anni e oggi, finalmente, si è inserito. Ha lavorato per la società civile e questo suo impegno, oggi, gli viene riconosciuto. Così va in scena, ancora una volta, attraverso la pompa di questa cerimonia antichissima, quel legame emotivo fortissimo che lega i sudditi al re e tiene insieme questo Paese.

«Il re ha avuto la forza di portare il peso delle nostre aspettative», ha spiegato, alla Bbc, il Primate anglicano Justin Welby che ha incoronato il sovrano, «Ha promesso di essere fedele a tutti noi, di difendere la giustizia, di proteggere la legge, di garantire un nuovo governo. Una promessa tra Dio e i sudditi e il sovrano».

Perché nel Regno Unito una monarchia istituzionale, come la cerimonia di oggi dimostra, re Carlo avrà una serie di ruoli istituzionali e tante prerogative, accogliere i capi di stato, nominare il primo ministro, inaugurare il parlamento, guidare il Commonwealth, l’associazione delle ex colonie, andare all’estero ad incontrare altri capi di stato.

Il sovrano è un po’ presidente, un po’ politico, un po’ filantropo, un po’ diplomatico, un po’ capo di stato, un po' guida, un po’ leader religioso, un po’ istituzione, un po’ tradizione.

Oggi, in Gran Bretagna, nella Westminster Abbey, dove Carlo viene incoronato, va in scena la storia che mette le radici di questa cerimonia nel “Liber Regalis” del nono secolo dove sono scritte tutte le regole che verranno seguite. Per non trasgredirle anche Camilla riceverà una corona riciclata della Regina Maria, la bisnonna del re.

E oggi va in scena un intero Paese. E di re Carlo III possiamo notare i difetti del carattere, l’insicurezza, la superficialità, la tendenza ad autocommiserarsi, la mancanza di stoicismo, l’immoralità, ma non possiamo negare la sua capacità di inserirsi, fino in fondo, nel suo ruolo e anche di trasformarlo.

Perché in questa cerimonia ambientalista, dove tanto è stato riciclato, l’impronta del sovrano è dappertutto e la sua incoronazione trasuda anche di una sua caratteristica mai negata da nessuno, la sua profonda religiosità.

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