Vigilia del Sanremo più chiacchierato della sua storia ultrasessantenne. I veleni si accumulano allo stato solido, liquido e gassoso e ce n’è già per almeno altre tre edizioni. Mi piace però concludere queste note pre-festival raccontando una delle giovani uscite vive alla chilometrica lista della gara sul Sanremo Social. Se avrà fortuna - i meriti spesso sono un optional per le giurie - ne parleranno tutti. Altrimenti tornerà nel gruppo in cerca di un futuro che non è, per lei, necessariamente nel mondo delle sette note.
Si chiama Celeste Gaia e firma così la canzone che ha scritto, aggiungendo anche un cognome, Torti, che è quello della famiglia. Perché ho scelto proprio questa ragazza di ventun anni? Semplicemente perché la sua canzone, Carlo è tra le più originali tra quelle in gara. Carlo chi è per lei? Trovo il numero del suo celllulare – il numero ti fa capire che non si tratta di un apparecchio a ricarica, ma di un telefono con tanto di abbonamento - e la chiamo. Un po’ di cautela nell’approccio poi, come tutti quelli della sua età (è nata a Milano il 26 giugno 1990) si scioglie.
Dove ho chiamato?, chiedo.
“Vivo a Voghera- dice come se si aspettasse già la più scontata delle battute. Allora sei la famosa Casalinga di Voghera? (Per chi avesse rimosso il luogo comune i media si sono inventati la casalinga di Voghera come prototipo di chi segue i programmi della TV generalista.)
“Casalinga non direi, per sette anni sono stata una delle voci bianche del Teatro alla Scala di Milano , poi studio Linguaggio dei media alla Cattolica di Milano. E, naturalmente canto e scrivo canzoni”
Perché Carlo? “E’ il nome di un sogno, quello di incontrare il ragazzo ideale che per essere tale deve chiamarsi Carlo, un nome che ritengo importante solido e rassicurante”.
Quindi per ora non c’è un Carlo nella tua vita? “Sono single da un anno e mezzo. E’ stata una parentesi bellissima, ma ora è soltanto una
delusione che scotta, una rottura che ormai è definitiva”.
Quindi nessun Carlo in carne e ossa nella tua vita? “Pura fantasia. Immagino di averlo incontrato a Parigi, sull’ascensore di una vecchia casa del Quartiere Latino. Non ci parliamo ma lui ha gli occhi verdi e allora immagino in silenzio…”Carlo, vorrei che ti chiamassi Carlo.. Fantasia. Tutto qui.
Perché Parigi? “Perché è la mia città del sogno, ci vado appena posso e dietro a Notre Dame c’è il mio negozio preferito, Pays de poche dove trovi bellissime cose inutili ma magiche”.
Celeste a Sanremo ha portato gli oggetti del suo attuale quotidiano, il pigiamone a righe e i racconti di Italo Calvino, il suo scrittore preferito. Così d’acchito direi che sfugge alla tipologia della ragazza tutta messaggini tipo TVB e per giunta non le scappa nemmeno uno di quei termini che una volta si definivano “parolacce” ma che oggi usano un po’ tutti, adulti compresi. “No, è molto difficile che entrino nel mio lessico,e se mi succede lo segno sul calendario!”
Da grande cantante o giornalista? “Per ora studio per diventare giornalista ma mi piace anche vedermi su un palcoscenico a cantare le canzoni che scrivo…”.
Ti faccio una promessa, dopo averti vista sul palco ti manderò un Sms per dirti che impressione mi hai fatto. “Grande, ma mi raccomando, la verità, tutta la verità!”
Domani avremo visto la prima serata e non ci sarà più tempo per occuparsi in modo approfondito dei ragazzi che portano a Sanremo speranze e sogni. Per questo mi sono concesso una vacanza. Speriamo che alla ragazza di Carlo vada tutto bene. Se lo merita.