Carmelo Rifici. In alto: una scena de "Gabbiano" al Lac.
Entrare nella Scuola del Piccolo Teatro, fondata da Giorgio Strehler e dedicata ora a Luca Ronconi, è sempre emozionante e salire al primo piano nella sala Copeau, con la grande biblioteca e il piccolo palco per le improvvisazioni, rende partecipi del modo in cui gli allievi hanno la possibilità di studiare, ma anche di provare le scene più significative sotto la guida dei loro insegnanti. Carmelo Rifici, designato direttore della scuola, dopo la morte di Ronconi con cui ha collaborato spesso, descrive la responsabilità e la bellezza di tale prestigioso incarico: «non poteva che esserci una continuità ferrea con i due pilastri della Scuola, che sono mancati nello stesso anno, a febbraio Luca Ronconi e, a luglio, Enrico D’Amato, assistente di Giorgio Strehler e insegnante nella scuola fin dalle origini. Voglio mantenere solida e salda la vocazione della scuola: preparare in modo etico attori che imparino, nei tre anni di corso, a diventare interpreti nitidi perché hanno il ruolo di comunicare agli spettatori i contenuti dei testi che rappresentano, senza travisamenti, spiegandoli, grazie alle capacità interpretative acquisite che consentono anche, avvalendosi della struttura drammaturgica, di leggere il mondo circostante. Per non perdere l’identità degli insegnamenti di Strehler e di Ronconi, mi accompagnano colleghi che sono più attori che registi come era nella loro idea, anche se propongo incursioni nel panorama registico contemporaneo, come in un seminario di Serena Sinigaglia.»
Spesso gli attori vengono seguiti anche dopo la fine della scuola, infatti come spiega Carmelo, «alcuni ragazzi acquistano sicurezza, altri, pur avendo talento, vanno seguiti ancora e aiutati dando loro opportunità lavorative in più.»
Una grande opportunità anche per gli undici neo diplomati dell’Accademia dei Filodrammatici di Milano è portare in scena fino al 25 ottobre Il compromesso dell’attrice e pluripremiata drammaturga Angela Demattè, con la regia appunto di Carmelo Rifici che sottolinea l’importanza dello studio della storia per gli aspiranti attori: il testo infatti ripercorre in dieci quadri la storia dell’Italia dalla prima guerra mondiale fino ad oggi, seguendo cambiamenti linguistici, comportamentali, socio-politici attraverso la storia di alcune famiglie e dei loro figli e nipoti. Per i giovani attori, che si alternano con efficacia nei diversi personaggi, ma anche per gli spettatori lo spettacolo diviene così un’occasione di riflessione sulle trasformazioni dell’Italia e sui tanti compromessi a cui gli italiani si sono ingiustamente abituati.
"Il compromesso" al Filodrammatici.
Altro momento molto significativo nella carriera di Carmelo Rifici è il debutto di Gabbiano di Čechov, il 5 novembre, la prima produzione di LuganoInScena, da lui diretta dal maggio 2014. A Lugano, crocevia culturale fra il nord e il sud dell’Europa, è infatti nato LAC, Lugano Arte e Cultura, nuovo centro culturale dedicato alle arti visive, alla musica e alle arti sceniche. Emozionato Rifici, che ha la doppia nazionalità italo-svizzera, aspetta con trepidazione il debutto: «a Lugano ho una bellissima occasione: Lac è uno spazio magnifico in cui non esiste differenza tra teatro, danza, musica, nelle idee delle quattro direzioni artistiche: pur nella tua autonomia, puoi creare un percorso comune, così anche da creare sinergie. Sto lavorando perché Lugano non sia più solo una città che compra cultura dalle altre città, ma diventi portatrice di stimoli attraverso la produzione di spettacoli originali, come per Gabbiano. Lo spazio Lac significa Lago e si affaccia sul lago, luogo che identifica Lugano, così mi è venuto naturale pensare al testo cechoviano in cui proprio il lago è protagonista. Inoltre, come direttore artistico di Lac, devo occuparmi di tutto, dalla direzione al marketing, ai bilanci; all’inizio ero un po’ spaventato, ma poi ho capito che anche per il regista è molto utile avere un’idea più vera della realtà lavorativa che ti circonda, ho capito, per esempio, quanto è importante ogni lavoratore per il buon funzionamento dello spettacolo, dalla maschera, al tecnico, all’attore. Inoltre il Ticino è un luogo pionieristico dove la produzione non esisteva, quindi produrre spettacoli, è una esperienza che apre lo sguardo, grazie anche alla vocazione internazionale della Svizzera, un microcosmo di Europa».
Per la sua produzione e regia ha scelto quindi Gabbiano di Čechov, testo che inseguiva da tempo, perché come spiega «è la storia di una famiglia di artisti che cambia, vivendo un’afasia dei rapporti, un’anaffettività; i protagonisti cercano tutti qualcosa che non riescono a trovare, vivendo il rapporto tra teatro e vita, ideato da Čechov, in modo cupo, poiché ossessionati dal modo in cui vogliono apparire, nascondendo come in realtà sono. Così io, anche senza accorgermene, perché non lavoro mai in modo autobiografico, ho reso malinconica la mia regia, come se Čechov avesse rivelato qualcosa che era dentro di me, senza che lo sapessi. La famiglia borghese rappresentata da Čechov è già anticonvenzionale per i suoi tempi, impoverita economicamente e nei valori, e non riesce mai ad essere sincera: la madre Irina, attrice, ha una relazione con un uomo molto più giovane, lo scrittore Trigorin che invece illude Nina, giovane aspirante attrice di cui è innamorato Konstantin, drammaturgo, figlio di Irina, che scrive, deriso dalla madre, un testo sull’anima universale che tutto ingloba. La mia idea dei personaggi è antinaturalistica, per esempio ho imposto ad Anahì Traversi, che interpreta Nina, di non “nineggiare” cioè di non riprodurre quelle convenzioni teatrali del personaggio, ma di apparire forte, spregiudicata, presa solo dal desiderio di diventare attrice, ma, nell’ultimo atto, è come se Čechov avesse ripreso in mano il suo testo e così Nina cambia rispetto alla mia idea, diventando autodistruttiva, come è appunto nell’originale, e mostra tutto il suo dolore, perché delusa da Trigorin».
Parte fondamentale dello spettacolo sono anche le scenografie di Margherita Palli e i costumi di Margherita Baldoni a proposito dei quali, prosegue il regista: «non volevo riprodurre neppure nell’ambientazione il naturalismo romantico, quindi i luoghi fondamentali, come il teatro immaginato per lo spettacolo e il lago, sulla cui riva Konstantin uccide il gabbiano per donarlo a Nina inorridita, appaiono in modo non ingombrante: la Palli ha costruito passerelle per evocare il lago e ha avuto un’idea geniale, costruire il gabbiano di carta, per indicare così la fragilità dei rapporti tra i personaggi. I costumi sono diventati più eterei, né storici, né contemporanei, così da togliere la storicizzazione, ma non cadere nella banalizzazione della attualizzazione, così anche la mia regia è diventata più leggera cercando di distaccarmi ed essere meno roboante che altre volte, per esprimere, come era nell’intento di Čechov, qualcosa di bello che abbiamo perso e che inseguiamo invano».
DOVE & QUANDO
IL COMPROMESSO, di Angela Demattè. Con Michele Basile, Alice Bignone, Eleonora Cicconi, Camilla Pistorello, Gianpiero Pitinzano, Daniele Profeta, Alessandro Prota, Ilenia Raimo, Ermanno Rovella, Antonio Valentino, Camilla Violante. Scene e costumi di Annelisa Zaccheria. Regia di Carmelo Rifici. Produzione Accademia dei Filodrammatici. Dal 15 al 25 ottobre 2015 al Teatro dei Filodrammatici di Milano. Info: Teatro Filodrammatici, Via Filodrammatici 1, Milano, tel. 0236727550, email, biglietteria@teatrofilodrammatici.eu, www.teatrofilodrammatici.eu
GABBIANO, di Anton Čechov. Adattamento e regia di Carmelo Rifici. Con, in ordine alfabetico, Govanni Crippa, Ruggero Dondi, Zeno Gabaglio, Mariangela Granelli, Igor Horvat, Emiliano Masala, Maria Pilar Pérez Aspa, Fausto Russo Alesi, Giorgia Senesi, Anahì Traversi e con Antonio Ballerio. Scene di Margherita Palli. Costumi di Margherita Baldoni. Scenografie, oggetti di scena e costumi realizzati dai Laboratori del Piccolo Teatro. Musiche di Zeno Gabaglio. Luci di Jean-Luc Chanonat. Produzione LuganoInScena in coproduzione con LAC Lugano Arte e Cultura, Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa e Teatro Sociale di Bellinzona Scuola. Dal 5 novembre all’8 novembre Lac di Lugano; Bellinzona, 11 e 12 novembre Teatro Sociale; Milano, dal 12 al 24 gennaio Piccolo Teatro; Venezia, 27 e 28 gennaio Teatro Goldoni; Vicenza, 2 e 3 febbraio Teatro Comunale; Asti, 5 Febbraio Teatro Alfieri; Ravenna, 9 e 10 febbraio Teatro Dante Alighieri; Modena, Teatro Storchi, dall’11 al 16 febbraio; Lecco, Teatro Sociale, 16 febbraio; Parma, 18 e 19 febbraio Teatro Due; Reggio Emilia, 23 e 24 febbraio Teatro Ariosto; Fermo, 27 febbraio Teatro Aquila. Info: LAC Lugano Arte e Cultura, LuganoInScena, Piazza Bernardino Luini 6, 6900 Lugano, tel. +41 (0)58 866 42 22, info@luganoinscena.ch, http://www.luganoinscena.ch/