Il ministro Franceschini al Salone del libro di Torino.
Il ministro alla Cultura Dario Franceschini inaugura il Salone del libro di Torino e attacca le Tv: mai che si veda in una fiction uno che legge, avete dato poco spazio ai libri, ora dovete fare un'opera di espiazione, concedendo visibilità a iniziative a favore della lettura.
Bene, bravo, bis. Però...
Nulla da eccepire sull'attacco: la Tv è stata ed è ancora davvero una cattiva maestra. Anche se, a onor del vero, qualche movimento di segno contrario c'è: Rai 5, alcune cose di Rai 3, in generale fiction più impegnate sul versante sociale, più educative, restando nell'ambito delle Tv in chiaro.
Però, pur avendo in genrale ragione sulle Tv, qualcosa non funziona nel ragionamento del ministro: nel senso che deve essere il Governo, ovvero chi ha il potere di proporre e varare leggi, a dare il buon esempio.
Come? In tanti modi. Ad esempio, visto che si parla di Tv, e la Rai è Tv pubblica, il Governo avrebbe il diritto-dovere di promuovere e pretendere trasmissioni a contenuto culturale.
Bisogna però rendersi conto che l'amore per la cultura e la lettura non nasce da nulla. Le Tv, in quanto potenti agenzie educative, possono fare molto, nel bene e nel male, certo. Ma ancora di più potrebbe fare la politica.
Ci spieghiamo: se per decenni chi va al Governo, al di là del colore politico, continua a tagliare i fondi per la cultura, per la scuola, per i teatri, il cinema, quale segnale manda? Chi gestisce le Tv, a maggior ragione quelle private, si sentirà ancora più libero di rincorerre l'auditel per l'auditel, a prescindere dai valori e dai contenuti veicolati.
Altro esempio: se lasciamo marcire il nostro patrimonio culturale, che il mondo ci invidia, anziché proteggerlo, conservarlo, valorizzarlo, insegniamo ai giovani che non vale la pena occuparcene, che è una realtà trascurabile, non essenziale per la nostra vita (ed economia)...
Allora proviamo a rilanciare la proposta che Famiglia Cristiana ha indirizzato al primo ministro Renzi qualche giorno fa in questo sito (si veda l'articolo correlato): rendere deducibili le spese culturali, cioè l'acquisto di libri, biglietti di teatro e cinema, ingressi a musei e concerti, corsi di formazione... Sarebbe un segnale forte, inequivocabile. Questo sì spingererebbe tutti, Tv, cittadini, scuole, società, a dare più importanza alla cultura.
Quindi, cari Renzi e Franceschini, ricordate che tocca a voi il primo passo, tocca a voi dare l'esempio. Potete cominciare con un gesto simbolico efficacissimo: togliendo la cultura dal 730.