Illustrissimo signor Presidente,
le scrivo oggi in questo giorno importante per il nostro Paese, in cui festeggiamo la nascita della Repubblica Italiana.
Ho scelto di inviarLe questa lettera non solo come donna e cittadina, ma come Presidente e Fondatrice dell’Associazione Nazionale del Telefono Rosa e quindi a nome di tutte le volontarie. Mi rivolgo a lei perché il silenzio intorno al fenomeno della violenza di genere, da parte delle Istituzioni e della Politica, si sta facendo pericoloso. Ogni giorno purtroppo la nostra società è sconvolta da un femminicidio o da casi di abusi e/o molestie nei confronti delle donne. Basta scorrere le pagine della cronaca dei giornali per renderci conto della portata di questo inarrestabile problema. Noi come Telefono Rosa ancora di più viviamo situazioni dolorose che ci vengono raccontate dalle tante donne che richiedono il nostro aiuto. La violenza è ormai fuori controllo e dopo la pandemia, come avevamo ipotizzato, è diventata più brutale e spaventosa. Nonostante i tanti passi fatti nel corso degli anni ci troviamo ancora in una situazione grave, che purtroppo spesso colpisce donne e minori.
Come più volte sottolineato la violenza è una questione culturale, che deve essere sconfitta grazie a una visione ampia e rivolta al futuro. Oltre a ciò crediamo però che sia doveroso proteggere le donne e mettere in campo tutti gli strumenti necessari per arginare il fenomeno. Il primo passo è partire proprio dalla giustizia e dagli uomini e le donne che ricoprono determinati ruoli. Non possiamo più permettere che un pubblico ministero tratti i casi di violenza in modo svilente e pressapochista, come spesso accade. Proprio un paio di settimane fa due donne hanno denunciato questo comportamento scrivendo al giornalista Aldo Cazzullo sul quotidiano “Il Corriere della Sera”. Non possiamo più accettare sentenze che, invece di difendere le donne, aumentano quel cratere di stereotipi dal quale la nostra società non riesce più a riemergere. Abbiamo bisogno di persone sensibili e formate che sappiano affrontare seriamente casi di violenza contro le donne. Le scrivo perché addolorata per le tante vittime che non ce l’hanno fatta e per i tantissimi orfani di femminicidio. Non riesco a pensare che i nostri appelli possano cadere ancora nel vuoto: non possiamo permettercelo. L’impegno che abbiamo preso a protezione e sostegno delle donne, dei minori e delle persone anziane ci spinge verso un costante lavoro, considerando di avere poco tempo a disposizione prima che questa piaga sociale inglobi ogni cosa. Abbiamo il cuore a pezzi nel leggere che da gennaio a oggi sono TRENTA le donne ammazzate per mano di un uomo. Dobbiamo proteggerci e proteggerle. La nostra esperienza e le nostre capacità le mettiamo a disposizione, come siamo sicure faranno le altre Associazioni che si occupano di violenza di genere, per aprire un dibattito costruttivo che porti finalmente a un piano organico ed efficace per abbattere tale fenomeno.
La nostra è davvero una forte richiesta di aiuto per tutte le donne e per coloro che non hanno più voce. Nonostante il dolore che proviamo e la delusione non perdiamo però la speranza e la voglia di combattere, affinché più nessuna donna sia costretta a subire. Sconfiggere la violenza di genere significa invertire la rotta e rendere il nostro Paese più sano, libero e democratico. La violenza non riguarda solo le donne, ma l’intera società. Crediamo fortemente che lei possa aiutarci e così aiutare tutte le donne e i loro figli e figlie.
Ringraziandola per il tempo che ci ha de, dicato le porgo cordiali saluti.
Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente dell'Associazione nazionale volontarie del Telefono Rosa