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sabato 14 settembre 2024
 
 

Ma la licenza di copiare non c'è stata, gli studenti hanno scelto le regole

17/11/2016  La provocazione del Prof. Picci ha certo aperto un aspro dibattito ma non ha dato il via a un "liberi tutti" anzi... Ecco com'è andata a finire.

«Caro Prof, ci controlli, ci impegniamo a non copiare». Firmato gli studenti del corso di Quantitive methods (corso in inglese, 1/3 stranieri) e gli studenti di Economia dei media dell'Università di Bologna.

Il succo è questo anche se non l’hanno espresso con una lettera ma con un voto: un referendum all'inizio delle lezioni. Il quesito era: «Sei favorevole a che nel corso in quantitative methods si rispettino le regole di integrità accademica (innanzitutto: non copiare / non plagiare)», cui gli studenti hanno votato sì a larghissima maggioranza chiedendo di fatto al Professor Lucio Picci – che sia era esposto lui sì con una provocatoria lettera aperta di cui abbiamo parlato a suo tempo – di vigilare sul rispetto delle regole durante gli esami.

Se c’era bisogno di una conferma del fatto che quella lettera, che ha aperto un dibattito aspro fuori e dentro l'Università, non avesse intenzioni diseducative, al di là di quanto potesse apparire a un'occhiata in superficie, ora l’abbiamo. C'è stato un confronto con il professore in tema di lealtà e di università nel senso di comunità, e gli studenti richiesti di metterci la faccia l’hanno messa sulle regole, sull’impegno a non copiare.

Significa che il messaggio del professore, che attraverso la provocazione esortava alla responsabilità, ha sortito uno dei suoi scopi: ora per gli studenti che hanno votato la richiesta di vigilanza sarà molto difficile mettersi in condizioni di essere beccati a barare con un bigliettino o un telefonino sotto il banco, perché in quel caso la figura sarebbe meschinissima, molto peggiore di come sarebbe se quel voto e la provocazione che l’ha scatenato non ci fossero stati.

Per questa strada infatti gli studenti si sono assunti una responsabilità in prima persona ed è come dire: se le regole me le dai tu, io devo accettarle implicitamente iscrivendomi, ma beccato in castagna posso sempre provare ad arrampicarmi sugli specchi in cerca di scuse. Se te le chiedo io e mi impegno a rispettarle, non avrò scuse e gli specchi saranno unti in partenza come un albero di cuccagna.

Dovremmo forse riflettere un po’ da adulti su questo voto, domandarci se per caso questi ventenni, in questo modo, non ci stiano dando un’idea del mondo in cui vorrebbero vivere, più trasparente di quello in cui li stiamo impaludando.

 
 
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