Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
domenica 16 marzo 2025
 
 

Carte Sim, occhio al rivenditore

18/02/2011  La denuncia di Altroconsumo: i negozi danno informazioni sbagliate e parziali

Negozio che vai, contratto che trovi. In teoria, ma solo in teoria, un rivenditore di carte Sim dovrebbe fare semplicemente da tramite tra la compagnia telefonica e il cliente finale, così da arrivare alla firma del contratto. Ma nella realtà avviene qualcosa di diverso. Secondo una recente indagine di Altroconsumo, infatti, «negozi specializzati ed esclusivi e rivenditori Sim di operatori virtuali non consegnano al consumatore le condizioni di vendita nell'86 per cento dei casi, né la documentazione controfirmata (51 per cento), né le informazioni corrette sui piani tariffari e opzioni sul credito disponibile (22 per cento), né l'informativa sulla privacy (62 per cento)».  

La ricerca. I dati sono stati raccolti dall’associazione di consumatori in nove città italiane e la ricerca si è concentrata sulla trasparenza e la correttezza nell’offerta, nella vendita e nell’attivazione di carte Sim. Nel dettaglio, sono stati visitati i negozi esclusivi degli operatori “standard”, come centri Tim e Vodafone One, acquistando carte Tim, Vodafone, Wind e Tre. L’indagine ha preso in considerazione anche sette operatori virtuali, cioè non proprietari di rete, e i punti vendita di riferimento: Noverca, Coop Voce, A-Mobile, Uno mobile, Poste mobile, Mtv mobile ed Erg mobile.  

La denuncia. Altroconsumo ha inviato gli esiti di questa indagine al Garante della concorrenza e del mercato perché «è inammissibile che i negozianti adottino pratiche di scarsa trasparenza, non conoscenza delle condizioni di vendita, assenza di contratto sottoscritto, dunque garanzia, silenzio sui costi restituzione del credito residuo, abitudine a vendere Sim senza confezione originale, in una semplice bustina di plastica», come si legge in una nota diffusa dall’associazione.   

Italia da primato.
Nel nostro Paese ci sono più Sim che abitanti: addirittura più di 150 ogni 100. Un dato che ci pone ai vertici mondiali del settore, con una diffusione di carte maggiore anche della Gran Bretagna (130 per 100 abitanti) e degli Stati Uniti (un cellulare a testa).

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo