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lunedì 14 ottobre 2024
 
BUONE NOTIZIE
 

Caserta: i giornalisti incontrano gli studenti per parlare di corretta informazione

26/01/2020  Dietro la buona comunicazione c’è un buon lavoro. Quello dei giornalisti, professionisti della comunicazione che non possono svolgere una prestazione gratuitamente. Oggi nel caos del web, dove si pubblicano notizie anche gratis, è sempre più difficile evitare le fake news e occorre imparare a riconoscere la buona comunicazione. Fin dalla scuola. Presente agli incontri negli istituti, il Vescovo di Caserta, monsignor Giovanni D’Alise, ha ricordato che la democrazia impone giornalisti di grande professionalità per raccontare ciò che accade, ma bisogna anche contemperare la voglia di protagonismo dei cittadini che vogliono far sentire la loro voce. È qui il discrimine tra il vero professionista, a cui si chiede accuratezza, e chi parla da cittadino giornalista.

Tutti i premiati con il vescovo di Caserta (al centro).
Tutti i premiati con il vescovo di Caserta (al centro).

Dietro la buona comunicazione c’è un buon lavoro. Quello svolto dai giornalisti, professionisti della comunicazione che non possono svolgere una prestazione gratuitamente. E oggi nel caos del web, dove spesso si pubblicano notizie gratis e dove è sempre più difficile evitare di cadere nelle fake news, difendere e riconoscere la buona comunicazione è quasi un’impresa. È questo il ragionamento alla base della richiesta degli studenti di Caserta per un'ora di ‘buona comunicazione’ in tutte le scuole. Ed è quello che chiedono le nuove generazioni ad alta voce, un esigenza per investire su se stessi, per essere preparati su ciò che domani sarà storia. Una richiesta arrivata dopo una giornata speciale, che ha visto in 5 scuole di Caserta la partecipazione di cinque direttori che per 60 minuti hanno rinunciato alla loro scrivania di redazione per una cattedra. Federico Monga, direttore de «Il Mattino» ha incontrato insieme al giornalista Franco Tontoli e ad un amico del premio Gianpaolo Iaselli, gli studenti del Liceo Classico Giannone diretto da Marina Campanile; Angelo Cerulo, capo della redazione campana dell’«Ansa» con la redattrice del quotidiano ‘Il Roma’ Antonella Monaco e con Gaetano Pascarella ha dialogato con i ragazzi del Liceo Salesiano diretto da don Gino Martucci; Enzo D’Errico, direttore del «Corriere del Mezzogiorno» insieme al giornalista e segretario del Premio Buone Notizie Luigi Ferraiuolo e Giuseppe Luberto ha fatto visita al Liceo Manzoni, diretto da Adele Vairo; Ottavio Ragone, capo della redazione napoletana de «La Repubblica» con Lucio Bernardo e Gianluigi Traettino si è confrontato con gli studenti del Liceo Diaz, diretto da Gino Suppa ed infine  Marco Demarco, direttore editoriale del «Il Riformista» insieme a Michele De Simone e Carmine Marroncelli ha raccontato il buon giornalismo ai giovani dell’istituto Terra di Lavoro, diretto da Emilia Nocerino. L’incontro in contemporanea tra più licei di una città con grandi giornalisti è stata un’iniziativa unica in Italia. Tante le domande dei ragazzi che spesso rischiano di perdersi in letture sbagliate. E dunque la soluzione non può essere lontana dalla loro proposta che vuole inserire nell’orario scolastico un ora di ‘buona comunicazione’. Si parte dal fatto che i quotidiani, le riviste periodiche ed anche i siti web possono diventare libri ma per poter leggere o navigare è necessaria una guida. E il premio ‘Buone Notizie’ si farà ambasciatore di questa speciale richiesta rivolgendo un appello al Ministero dell’istruzione e a tutti i mass media. 

 

«L’obiettivo, partendo da un breve speech dei Direttori sulle ultime novità sui media e la buona informazione, è stato costruire un dialogo con gli studenti dei licei – spiegano Michele De Simone e Luigi Ferraiuolo, animatori del Premio Buone Notizie - Fare la differenza rispetto ai social, su quello che i giovani si attendono dai mass media o vorrebbero leggere sui giornali». Un esempio molto apprezzato dagli studenti è stato quello di affidare la riparazione del proprio scooter a uno sconosciuto che si offre di farlo gratis. Nessuno dei ragazzi a cui è stata posta la questione ha accettato nei vari Licei. Allora perché l’informazione dovrebbe essere fatta da sconosciuti senza competenze o gratuitamente. Un tema su cui è intervenuto il Vescovo di Caserta, monsignor Giovanni D’Alise, che ha ricordato che la democrazia impone giornalisti seri e di grande professionalità per raccontare ciò che accade nella società, ma bisogna anche contemperare la voglia di protagonismo dei cittadini che voglio far sentire la loro voce. È qui il discrimine tra il vero professionista, a cui si chiede accuratezza; e chi parla da cittadino giornalista.

Il premio ogni anno mette in luce il lavoro di dei giornalisti e degli addetti ai lavori, l’obiettivo è quello di diffondere la ‘verità delle buone storie’ proprio come ha ricordato il Papa in occasione della giornata mondiale delle comunicazioni sociali che si è tenuta il 24 gennaio scorso. Quest’anno il riconoscimento è andato ad Andrea Monda, il direttore de «L’Osservatore Romano» ci ha ricordato come il potere delle storie buone, vere, sane possono farci compiere passi da gigante. Perché una storia buona ha la forza necessaria “di farci vivere respingendo lo smarrimento respingendo quello smarrimento che accompagna la vita di ogni uomo”. Un concetto che il direttore ha ripreso anche sulle pagine del suo giornale. E ancora con più forza si impone la verità dettata dalle immagini, quelle custodite gelosamente nelle «Teche Rai» dirette da Maria Pia Ammirati che nel ricevere il premio ha ricordato come non solo le immagini ma anche le tracce radiofoniche di Radio Rai nata il 6 ottobre 1924, hanno raccontato il Paese. Fatti che si trasformano in storie proprio grazie alla loro genuinità. Episodi di vita che vengono raccontati con la speranza di infondere un sorriso. E proprio con questo intento il terzo premiato, Gabriele Romagnoli, l’editorialista de «La Repubblica» e curatore de «La prima cosa bella», la rubrica di Buone Notizie del quotidiano diretto da Carlo Verdelli, cerca di far cominciare la giornata dei propri lettori: “Ormai il primo gesto che compiamo ogni mattina è allungare il braccio sul comodino e prendere il cellulare - dice - la prima cosa bella vuole essere un dono, una notizia inaspettata che infonde gioia. Come quando al decimo giorno di un terremoto violento, quando ormai si crede di non poter più salvare nessuno, si trova un bambino vivo sotto le macerie e lo si porta in salvo”.  Collegato via Skype il vincitore de la «Buona Notizia dell’anno»  l’economista Stefano Zamagni, scelto in quanto padre del Terzo settore in Italia e da marzo 2019 presidente della Pontificia Accademia delle scienze sociali. 

 

Il «Premio Buone Notizie – Civitas Casertana», è organizzato dall’Ucsi di Caserta insieme con l’Assostampa, l’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali di Caserta e il «Corriere Buone Notizie» del Corriere della Sera e gode della partnership di Confindustria Caserta, presieduta da Gian luigi Traettino; e del Consorzio di tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, oltre che del sostegno dello Studio Legale Iaselli, di Gianpaolo e Renato Iaselli; del Gruppo Mgt di Giuseppe Luberto; della Reale Mutua Assicurazioni-Agenzia Generale di Caserta di Giovanni Discepolo, del Centro sportivo Open della famiglia Pascarella, ed «Esagono» di Giovanni Bo.

 
 
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