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Così Cassano attende il Papa

20/06/2014  Si lavora fino all'ultimo istante per la visita di papa Francesco in Calabria. Dopo Lampedusa, Cagliari e Assisi, un'altra "immersione" tra i problemi più faticosi della gente. "Meno male che almeno il Papa non ci ha dimenticati", dicono i fedeli.

Si dipingono ancora le rotonde lungo le strade, si falciano le siepi, si appendono striscioni e bandiere. Il vento spazza l’aria e la rinfresca, anche se per il pomeriggio del 21 gli organizzatori avvertono i pellegrini: «Portate un cappello e un ombrello parasole, crema protettiva solare, spray antizanzare, acqua in abbondanza, bustine di zucchero e caramelle». La messa del Papa a Sibari, alla presenza di non meno di 80 mila persone si preannuncia affollata e festante. Ma è il silenzi, che, per il momento, tiene banco nella diocesi di Cassano. Per le strade non tanti hanno voglia di commentare l’arrivo di papa Francesco «in una terra dimenticata da tutti, esclusa dalla storia. Certo oggi non possiamo dire che anche i santi ci hanno dimenticati perché un santo verrà a visitarci. Ma chissà se questo servirà a smuovere qualcosa», commenta Franco passeggiando nel centro di Castrovillari. E proprio da Castrovillari il Papa comincerà la sua giornata, dal carcere, incontrando i 138 detenuti che vi sono reclusi. «Maschi e femmine, di religioni diverse, di nessuna religione tutti hanno espresso il desiderio di incontrare il Papa personalmente e lui ha promesso che stringerà la mano uno a uno a ciascuno di loro», commenta Massimo Niutta, psicologo dell’istituto di pena diretto da Fedele Rizzo. «Un carcere modello che lavora molto bene sul reinserimento dei detenuti», aggiunge Alessandra Pennestrì, avvocato penalista. E dopo i detenuti, l’hospice per malati terminali, il pranzo con i poveri, la visita agli anziani di Casa Serena. Papa Francesco ha voluto incontrare gli ultimi tra gli ultimi: i ragazzi ospiti della comunità per tossicodipendenti Saman, sorpresi per questa attenzione che la Chiesa ha voluto riservare «a noi che siamo laici», i portatori di handicap... Si fermerà in preghiera davanti al luogo dove il 3 marzo è stato assassinato padre Lazzaro Longobardi.  Ma poi  incontrerà anche i sacerdoti, nello stesso seminario dove il vescovo di Cassano, monsignor Nunzio Galantino, vive nei giorni in cui non è a Roma per l’ufficio di segretario generale della Cei cui papa Francesco lo ha chiamato da qualche mese. «Vengo per chiedere scusa», titolano i manifesti ufficiali dell’incontro ricordando la frase che il Papa ha usato per avvisare i fedeli che gli avrebbe sottratto, per qualche giorno a settimana, la loro guida. «Siamo contenti di questo stile», dice Maria, a Cassano, «perché ci siamo sentiti interpellati e presi in considerazione in una regione dove tanto viene sottratto senza neppure avvisarci. Come se tutti dalla Calabria avessero il diritto di prendere senza dare. Mi sembra che, per una volta, il Papa, più che toglierci qualcosa, abbia aggiunto alla nostra terra. Aggiunto attenzione, aggiunto tenerezza, aggiunto considerazione per il nostro lavoro e per la gente che vive qui».

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