La Chiesa “non è una roccaforte, ma una tenda capace di allargare il suo spazio affinché tutti possano entrare”. E ‘tienda’ nella lingua di Jorge Mario Bergoglio, lo spagnolo, significa negozio. Come quello di Mina e Francesco. Due giovani commercianti in provincia di Napoli, che hanno deciso di contagiare la fede attraverso il loro lavoro, uno di quelli piegati dalla pandemia.
Mina e Francesco hanno deciso di rinunciare al richiamo delle vetrine mettendole ‘a disposizione’ di Gesù. È lui il protagonista di quello spazio così grande e così visibile in pieno centro cittadino a Castellammare di Stabia. Così ogni sabato con una gigantografia di Gesù si annuncia la domenica di Quaresima.
“La Quaresima per noi significa l’amplificazione dell’anima - spiga Mina - è la speranza che ci conduce verso qualcosa di più grande, ovvero la Risurrezione”. Un gesto coraggioso che va proprio nella direzione voluta da papa Francesco quando annunciò la Chiesa ‘in uscita’. E le vetrine del negozio di Mina in queste prime tre settimane si sono trasformate proprio in una piccola chiesa. Dall’interno del suo negozio la giovane imprenditrice ha visto persone fermarsi a pochi metri da quel poster semplicemente per fare il segno della croce o per dire una preghiera. E ha capito che quel gesto insolito, coraggioso e spontaneo che ha un motivo ben preciso, stava cominciando a dare i suoi frutti: “Oggi nessuno crede più, nessuno spera più, viviamo un periodo difficile e dobbiamo sostenerci a vicenda, dobbiamo diffondere l’amore. E ci siamo riusciti, le persone si sono fermate a riflettere, hanno notato quella rete che abbiamo lanciato. Non è stato facile, 23 anni fa all’inizio del mio lavoro un sacerdote mi disse che noi eravamo pescatori e che bisognava buttare la rete e aspettare. Oggi spero che altre persone abbiano il coraggio di prendere da queste reti”.
Tra le motivazioni di quel gesto c’è un sentimento di appartenenza ad una comunità non solo religiosa ma anche sociale. Mina e Francesco hanno voluto condividere il tempo della Quaresima con la loro città che in questo momento risulta essere tra le più sofferenti nel Paese. Con 63mila e 500 abitanti attualmente risulta contagiato il 3 per cento della popolazione di Castellammare di Stabia (ovvero circa 2200 contagi) e il loro pensiero va proprio alla pandemia da Covid-19, affinché si possa risorgere e tornare alla vita di tutti i giorni “Quella in cui vedevamo i sorrisi - continua Mina - ciò che più mi manca è vedere i bambini, i ragazzi che sorridono invece sono costretti a nascondere le loro espressioni dietro le mascherine e troppo spesso sono attaccati al cellulare. La gente non può uscire se non per una necessità e noi in quella necessità abbiamo deciso di accompagnarli con un pensiero di amore. Perché la fede è una cosa che viviamo tutti i giorni, il Signore non ci ha mai abbandonato e questo dobbiamo ricordarcelo sempre”.
“Lo scorso dicembre scegliemmo di ‘utilizzare’ diversamente per la prima volta le nostre vetrine proponendo l’immagine della Vergine Immacolata - spiega Mina - è stata un’idea di mio marito Francesco ma lo abbiamo fatto nel rispetto di tutti e di tutte le religioni. È stata una bellissima esperienza e abbiamo deciso di accogliere la Pasqua in questo modo insieme ai nostri clienti”. L’accoglienza, infatti, è uno dei pilastri su cui si basa la fede di Mina e Francesco. “Siamo nel settore dell’abbigliamento per bambini da molti anni e in questo tempo abbiamo accolto tante famiglie" spiega Mina. Un cammino di fede iniziato tanto tempo fa, con un pellegrinaggio a Medjugorje e la devozione verso la Vergine Immacolata che si festeggia da sempre nella parrocchia dove Francesco è cresciuto.