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sabato 03 giugno 2023
 
 

Castellaneta testimone dell'Italia

28/09/2013  Scompare a 83 anni lo scrittore italiano che ha raccontato la Milano del fascismo e della resistenza, gli anni Settanta e le miserie del cuore umano.

Una storia da romanzo: famiglia piccolo borghese nella Milano degli anni Trenta. E poi la miseria, la ricerca di un lavoro, le ore, i giorni passati a correggere bozze presso la Mondatori. Carlo Castellaneta, uno dei più brillanti e profilaci scrittori italiani, comincia la sua “vita da artista” grazie a un annuncio sul Corriere della Sera e all’incontro con Elio Vittorini. È lui che lo spinge a pubblicare il suo primo racconto, Viaggio con il padre. È il 1958 e la penna di Castellaneta non si fermerà più. Racconta la Milano di fine Ottocento, quella che attraversa il fascismo e la guerra, racconta le ansie, le debolezze, le inquietudini che segnano l’animo umano. Il suo romanzo forse più famoso, Notti e nebbie (da cui è stato tratto l’omonimo film), scava nel cinismo e nelle oscurità del cuore e traccia, attraverso la storia del protagonista, il quadro dell’Italia degli ultimi giorni del fascismo e, insieme, i sensi di colpa e l’abitudine all’orrore, il gusto e il disprezzo del potere, i mille alibi che scopre l’animo umano per sopravvivere alle sofferenze e quasi compiacersene.
Morto in Friuli, a Palmanova, a 83 anni per le complicanze di una polmonite, lo scrittore che ha passato una vita a Milano ci lascia una scia di romanzi e insegnamenti per capire noi stessi e la nostra storia. Perché, per dirla con le sue parole, Castellaneta ha cercato di essere “un testimone del mio tempo, non solo un narratore, ma un cronista. Ho l’ambizione di pensare che fra cinquant’anni, quando i lettori futuri vorranno sapere com’era il clima di Milano durante la resistenza, com’era l’atmosfera dell’Italia durante le manifestazioni politiche della sinistra dovranno leggere alcuni dei mie libri”.

 
 
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