(Foto Reuters: qui sopra, re Felipe VI di Borbone alla manifestazione contro il terrorismo a Barcellona il 26 agosto. In copertina:il sovrano con la regina Letizia al suo fianco, mentre firma il libro di condoglianze per le vittime dell'attentato nella sede del Comune di Barcellona).
La Spagna resterà unità. E di questa Spagna continuerà a far parte anche la Catalogna. Parola di re Felipe VI di Borbone. Alla fine anche la Corona ha fatto sentire la sua voce. Con un discorso alla Nazione il sovrano spagnolo si è espresso sulla vicenda del referendum catalano, una situazione, dice, «di estrema gravità». Il discorso di re Felipe è durissimo. Un rimprovero severo alle autorità autonome catalane - il presidente Carles Puigdemont e gli altri funzionari della Generalitat - che, hanno dimostrato «una slealtà inammissibile verso i poteri dello Stato», afferma il re, «hanno violato i principi democratici di uno Stato di diritto».
La società catalana, continua il sovrano, «è fratturata e combattuta. Le autorità autonome hanno offeso gli affetti e i sentimenti di solidarietà che hanno unito e uniranno tutti gli spagnoli. E con la loro condotta irresponsabile, inoltre, possono mettere a rischio la stabilità economica e sociale della Catalogna e di tutta la Spagna». Felipe condanna «l'inaccettabile intento di appropriazione delle istituzione storiche della Catalogna».
Si rivolge, poi, ai catalani preoccupati per la condotta delle autorità autonome: «non sono e non saranno soli, hanno l'appoggio e la solidarietà di tutti gli spagnoli». Richiama con forza la solidità delle istituzioni democratiche della Spagna, l'orgoglio di essere parte di questo Paese. Sottolinea «il fermo impegno della Corona con la Costituzione e la democrazia» e ribasce il suo personale «impegno di sovrano per l'unità e la continuità della Spagna».
Nessuna concessione all'indipendentismo, nessuna apertura. Nessuna espressione di riprovazione o indignazione nei confronti delle violenze avvenute ai seggi elettorali, come probabilmente molti catalani si sarebbero aspettati. Il referendum per la secessione è stato anticostituzionale e illegale. Un atto di ribellione e di disobbedienza delle autorità autonome della Catalogna al potere centrale di Madrid. Eppure, di fronte ai richiami al dialogo, alla concordia, alla mediazione avanzati in questi giorni da più parti, dall'Unione europea in primo luogo, la durezza del messaggio di Felipe ha un impatto fortissimo, sui catalani certo, e su tutti gli spagnoli.
Figlio di re Juan Carlos e della regina Sofia di Grecia, Felipe VI, 49 anni, è salito al trono nel 2014, dopo l'abdicazione di suo padre. Grande scalpore e curiosità ha suscitato il suo fidanzamento e poi il matrimonio nel 2004 con Letizia Ortíz Rocasolano, affermata giornalista televisiva, proveniente da una famiglia progressista e repubblicana. Con lei re Felipe ha avuto due figlie, Eleonora e Sofia. Dopo gli attentati terroristici a Barcellona del 17 agosto, re Felipe, accompagnato dalla regina Letizia, ha visitato la città e i feriti ricoverati, ha reso omaggio alle vittime sulla Rambla e ha partecipato alla messa per la pace celebrata nella Sagrada Familia dal cardinale Juan José Omella, arcivescovo di Barcellona. Il 26 agosto il sovrano era in prima fila alla manifestazione organizzata nel capoluogo catalano per dire no al terrorismo e alla paura. In quella occasione, buona parte della piazza, fortemente catalanista, ha contestato le autorità politiche presenti - a partire dal premier Mariano Rajoy - e anche il re, che ha comunque mantenuto un basso profilo, manifestando la sua vicinanza alla città ferita.