Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 11 ottobre 2024
 
 

Catecumeni, storie di conversione

22/11/2013  Tanti, i punti di partenza. Per molti è l'ateismo pratico dei genitori. Per altri, l'Islam. Per altri ancora, la Cina postmaoista. Per tutti, l'avvicinamento alla fede nasce da un incontro che cambia la vita, dal Vangelo, dal sentirsi accolti dalla Chiesa.

Da sinistra: Ilaria, Madmoud Sahmoud e padre Jean Agustin. Foto di Giancarlo Giuliani/Cpp.
Da sinistra: Ilaria, Madmoud Sahmoud e padre Jean Agustin. Foto di Giancarlo Giuliani/Cpp.

«Non chiamatemi convertito. Ho solo scelto tra due religioni, che ho vissuto pienamente». Mahmoud Sahmoud racconta la storia di una ricerca ostinata e di una decisione meditata. Perla Chiesa cattolica è un catecumeno,uno che viene istruito, e sabato23 novembre partecipa, insieme ad altri catecumeni, al rito di preparazione al Battesimo guidato da papa Francesco a San Pietro, ultimo atto dell’Anno della fede, segnale di prospettiva, di lettura di cammini personali, a volte audaci, a volte entusiasti, che diventano vita normale, ordinaria e consueta nel perimetro del Vangelo.

Le storie dei catecumeni narrano una fede cercata con urgenza e passione e spesse volte sbaragliata dalle convenzioni,dalle regole, dalle paure, dalle consuetudini di un’istituzione ecclesiastica appesantita da una faticosa quotidianità. Ma narrano anche la premura e l’ardimento di sacerdoti e catechisti, che non si sono lasciati soffocare dall’abitudine e hanno accettato la guida rischiosa della profezia. Come padre Jean Augustin, missionario del Camerun che nella parrocchia di Santa Brigida di Svezia, periferia romana, strade di fango, oratorio nei container e chiesa in un garage, guarda Mahmoud e dice: «Io l’ho solo ascoltato e accolto, perché non si costringe mai alla fede, altrimenti poi lo Spirito si ribella».

Da sinistra: don Isidoro Taschin e Soraya Asloune. Foto di Giancarlo Giuliani/Cpp.
Da sinistra: don Isidoro Taschin e Soraya Asloune. Foto di Giancarlo Giuliani/Cpp.

O come quel sacerdote francese, a nord di Parigi, paesi ingolfati da algerini, che tanti anni fa prendeva per mano Soraya Asloune, 48 anni, piccola e curiosa, e gli mostrava la chiesa alla fine della Messa, con delicatezza estrema per evitare scandalo tra i fedeli cattolici e musulmani, bisbigli di bigotti e rimproveri di osservanti. Sono passati 35 anni, Soraya non ha mai mollato, la famiglia l’ha lasciata libera, è venuta in Italia, ha insegnato francese in seminario, un diaconole ha regalato una Bibbia e una croce, un passaggio dai neocatecumenali per via del compagno della sua vita e un prete scovato in un’altra periferia romana, don Isidoro Taschin, che l’ha solo aiutata a spiegarsi la storia che il Signore ha avuto con lei.

Da sinistra: padre Augusto Matrullo e Simone Scognamiglio. Foto di Giancarlo Giuliani/Cpp.
Da sinistra: padre Augusto Matrullo e Simone Scognamiglio. Foto di Giancarlo Giuliani/Cpp.

O come padre Augusto Matrullo, passionista, che ha risposto alle domande di Simone Scognamiglio, 27 anni, che non aveva trovato fin lì nessuno che lo sapesse fare, lui che i genitori avevano evitato di educare alla fede e invece aveva deciso,cocciuto, di imboccare una strada tortuosa,perché la nonna nascostamente aveva lasciato che una piccola luce rimanesse accesa nel suo cuore. O come Maria Cristina Rubisse che studiava cinese alla Sapienza e un giorno all’Università ha incontrato Zhou, 35 anni, studentessa di Economia, e ha risposto alle sue domande sulla Bibbia, diventando la sua catechista.

Le storie dei catecumeni sono la cronaca di una scelta intrecciata di incontri che lasciano tracce perenni e memorabili. Il 23 novembre le raccontano al Papa e diventano patrimonio della Chiesa, come avveniva al tempo degli Apostoli, davanti alla comunità riunita, rito dell’elezione e dello scrutinio. Possono essere emblematiche, ma solo perché, osserva padre Augusto, «rientrano nella logica del Vangelo e polverizzano il fiscalismo ecclesiastico». Ammette Simone: «Papa Francesco e la sua rivoluzione non c’entrano niente. Io ho scelto il Vangelo quando ho trovato chi non mi ha respinto».

Da sinistra: Zhou con Maria Cristina Rubisse, Foto di Giancarlo Giuliani/Cpp.
Da sinistra: Zhou con Maria Cristina Rubisse, Foto di Giancarlo Giuliani/Cpp.

Eppure Bergoglio qualche ruolo lo ha. Zhou fa capriole tra Dio creatore e Spirito Santo.La sua catechista sorride e lei spara domande a raffica, formazione pragmatica rafforzata da una implacabile cultura economica. Zhou ha visto quei giovani cattolici all’Università, è andata con loro in pellegrinaggio ad Assisi, si è nutrita di stupore a San Pietro e adesso si rammarica di non conoscere abbastanza e ammira il Papa«capo di scienza della religione, capace di gestire tante cose». Ha occhi appassionati,che hanno fulminato Maria Cristina,studi orientali e scienze religiose al Laterano:«L’ho incontrata un giorno che stavo leggendo il brano di Filippo, quando l’eunuco gli pone il problema che nessuno gli spiega la Bibbia e ho capito che poteva esserci un disegno su di noi».

Persone, incontri, anche la sorte. Come spiega Mahmoud: «Ho avuto la fortuna di aver vissuto pienamente due religioni e non rinnego nulla, ho sempre creduto». Egiziano, ingegnere informatico, studi un po’ in Italia e un po’ in Egitto, indagatore di teologie islamica e cattolica,buoni libri e coincidenze giuste e misteriose,sacerdoti e amici, finché trova Ilaria,catechista a Santa Brigida, s’innamora e la porta lui a Santo Spirito in Sassia,chiesa della Divina Misericordia, che frequentava di nascosto, ogni giorno al pomeriggio per il rosario.Compirà 28 anni proprio sabato e il più bel regalo è incontrare il Papa. Sarà lì con Ilaria e il loro piccolo Angelo che ha un anno e ha già ricevuto il Battesimo.Mahmoud l’accarezza: «Per lui è stato tutto più semplice». Sorride padre Jean nel suo precario ufficio parrocchiale: «È un coraggioso,ha accettato di essere toccato dalla Grazia di Dio, lui, ma anche Ilaria».

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo