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Categorie protette: il miraggio del lavoro

08/10/2013  Quattro milioni di persone si confrontano ogni giorno, nel nostro Paese, con i problemi della disabilità e della non autosufficienza.

  • Solo il 16 per cento dei disabili italiani (circa 300 mila) tra i 15 e i 74 anni lavora, secondo l’indagine Istat del 2012 “Inclusione sociale delle persone con limitazioni dell’autonomia personale”. Stanno meglio, dati del World report on disability alla mano, nello Zambia o nel Malawi. Nonostante l’impegno dei centri per l’impiego, pubblici e privati, nel cercare di conciliare domanda e offerta di lavoro, la via più proficua per trovare un posto rimane il passaparola tra parenti, amici, conoscenti.
  • La percentuale di chi non è mai entrato nel mercato del lavoro e non cerca di entrarvi (250 mila persone, per la quasi totalità donne) è molto più elevata tra coloro che hanno limitazioni funzionali gravi rispetto a quelli con lievi limitazioni. Meno di una persona su tre con sindrome di Down lavora dopo i 24 anni e ancor peggio sono messi gli autistici che hanno più di 20 anni. Meno della metà delle persone con sclerosi multipla tra i 45 e i 54 anni è occupata.
  • Per quanto concerne i tipi di contratto utilizzati per l’assunzione di disabili, è in atto un processo di progressiva precarizzazione. A partire dal 2006, i rapporti di lavoro a tempo indeterminato sono scesi dal 51,6 per cento del totale al 40 per cento di oggi, mentre quelli a tempo determinato sono cresciuti dal 41,6 al 52,3 per cento.

  • Molte aziende considerano l’inserimento dei disabili più come un onere da assolvere che un’opportunità, come invece potrebbe essere. L’Oil-Organizzazione internazionale del lavoro ritiene che, se si riuscisse a valorizzare pienamente queste risorse umane, si potrebbe recuperare dall’1 al 7 per cento del Prodotto interno lordo.
  • Ecco perché Reatech Italia, nell’intento di offrire un contributo costruttivo, ha deciso di concentrarsi su un tema che troppo spesso viene passato sotto silenzio. Il primo tassello è stata la realizzazione, in giugno, di un convegno al quale hanno partecipato esponenti delle istituzioni, del mondo imprenditoriale e degli organi di selezione del personale. Nell’occasione è stata presentata una ricerca, in collaborazione con l’Associazione direttori risorse umane, per fotografare la realtà circa i ruoli e le aree aziendali a cui sono destinati i lavoratori di categorie protette, come avviene il loro inserimento lavorativo, le difficoltà che spesso le imprese incontrano nel reperirli e selezionarli.
  • È emerso in particolare che, stante il difficile periodo economico, le medie e piccole imprese prevalenti nel Paese), effettuano limitate assunzioni. Inoltre, per ragioni economiche, tendono ad avvalersi della facoltà dell’esonero parziale, corrispondendo al Fondo regionale competente per territorio l’importo di 11.184 euro all’anno per ogni invalido non assunto: preferiscono pagare una sanzione che attivare il previsto iter di assunzione. Un atteggiamento che non si riscontra nelle imprese con più di 250 dipendenti, che cercano di uniformarsi per quanto possono alla legge vigente.
Nella foto in testata: l'evento organizzato da Reatech Italia presso i padiglioni della Fiera di Milano

 
 
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