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martedì 10 settembre 2024
 
 

Cattai (Focsiv): «Volontariato sì, ma consapevole e preparato»

16/01/2015  Il presidente della federazione che raggruppa numerose associazioni Ong d'ispirazione cristiana, invita a prepararsi bene prima di affrontare un'esperienza come quella che ha visto coinvolte Greta e Vanessa. «E' necessario valutare accuratamente rischi ed opportunità, e farsi guidare da chi ha più esperienza», dice.

«Siamo molto soddisfatti per la liberazione di Greta e Vanessa. Spero che possano tornare alle loro famiglie e agli amici dopo quest’esperienza terribile. Non sarà facile ripartire».
Gianfranco Cattai, presidente nazionale Focsiv, la federazione che raggruppa numerose associazioni e Ong d’ispirazione cristiana, è contento dell’epilogo della vicenda delle due ragazze rapite a fine luglio nel Nord della Siria e liberate giovedì.

- Ora divampano le polemiche su pagamento del riscatto. C’è chi dice che le due volontarie siano state imprudenti a spingersi nel Paese.
«Io non so esattamente come sono partite queste ragazze. Uno degli aspetti importanti che è emerso con chiarezza è che entrambe avessero rapporti diretti con alcune personalità locali le quali avrebbero date delle garanzie che poi alla fine non sono stati in grado di mantenere o magari si sono rivelati poco affidabili nelle garanzie che hanno dato».

- A quel punto era meglio desistere?

«Dal nostro punto di vista, come associazioni di volontariato della Focsiv, che operano quotidianamente in paesi a rischio siamo allenati a valutare tutti i rischi della presenza dei volontari».

- Il suo consiglio qual è?
«Se ci sono persone che vanno per la prima volta, soprattutto se giovani e inesperte, devono fare riferimento a persone che ci sono già state in quel luogo e appoggiarsi a a strutture locali o strutture italiane in grado di assicurare un minimo di sicurezza. Noi oggi operiamo in Kurdistan o ad Erbil e ogni giorno valutiamo i rischi della nostra presenza e del modo d’agire. Ad esempio, in alcuni posti, ci sono gruppi armati che offrono protezione e controllo per i volontari che vogliono svolgere con una certa tranquillità il proprio lavoro. In questi casi bisogna chiedersi se ne vale la pena, non bisogna essere ingenui. Avere una buona rete di conoscenze e relazioni consente, da un lato, di diminuire i rischi e dall’altra di rendere più efficace il proprio lavoro»

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