Il Gran Maestro dell’Ordine di Malta, l'inglese fra’ Matthew Festing, ha rassegnato le dimissioni. Lo ha annunciato un portavoce dell’Ordine, spiegando che il “passo indietro” gli era stato chiesto da papa Francesco e Festing ha accettato.Il governo viene assunto ad interim dal Gran Commendatore (il numero 2) finché non verrà nominato un delegato pontificio scelto da Bergoglio. Si conclude così una complicata e dolorosa contesa tra il Vaticano e i vertici dei cavalieri di Malta, che aveva scosso i membri di questo antico ordine, erede dei crociati medievali che combatterono in Terra santa per la difesa di Gerusalemme.
Il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta (questo il suo nome completo) conta oggi circa 12 mila membri nel mondo, fedeli cattolici spesso di origine nobile o comunque molto benestanti, ed è un organismo a metà tra lo Stato sovrano (ha un seggio all’Onu e ambasciatori accreditati in mezzo mondo), l’ordine religioso (i suoi membri più elevati fanno voto di povertà, castità e obbedienza) e l’Ong internazionale che presta aiuti umanitari nel Terzo mondo. Proprio sul nodo delle attività caritative verso i poveri era nata, almeno apparentemente, la disputa che ha diviso i cavalieri: d’accordo con il cardinale Raymond Leo Burke, patrono dell’Ordine di Malta, a dicembre il gran maestro Festing aveva defenestrato il “ministro degli esteri” dell’ordine, il gran cancelliere Albrecht Freiherr von Boeselager. L’accusa nei suoi confronti: aver consentito, alcuni anni fa, la distribuzione – insieme agli aiuti umanitari – anche di preservativi come strumento di protezione contro l’Aids.
Il tedesco von Boeselager aveva respinto le accuse e si era appellato alla Santa Sede. Papa Francesco aveva scritto ai vertici dell’Ordine chiedendo che la contesa venisse risolta in uno spirito di dialogo e senza procedere a misure drastiche. Ma il gran maestro Festing e il cardinale Burke (porporato americano molto critico nei confronti del magistero di papa Francesco) non avevano ascoltato l’invito del pontefice, e avevano proceduto ugualmente al dimissionamento del “ministro degli esteri”.
La decisione aveva creato scalpore tra i cavalieri, facendo anche emergere le divisioni che covavano da tempo all’interno dell’Ordine tra l’ala anglofona, più conservatrice e filo-tradizionalista, e l’ala tedesca, riformatrice e filo-conciliare. Per far luce sulla vicenda e riportare serenità nell’Ordine, a questo punto il papa ha nominato una commissione vaticana guidata dall’arcivescovo Silvano Tomasi.
Ma il gran maestro Festing ha risposto in maniera durissima all’iniziativa della Santa Sede, affermando che non avrebbe collaborato in alcun modo con il Vaticano, dato che l’ordine di Malta è uno Stato sovrano. Un’affermazione, questa, vera ma al tempo stesso scorretta: l’ordine è uno Stato sovrano (per quanto sui generis e senza un territorio o dei confini) ma è anche un organismo religioso cattolico. In una intervista rilasciata al nostro mensile Jesus nel marzo 2010, il gran maestro Festing contraddice se stesso su questo specifico punto. Alla domanda su quali siano le relazioni tra l’Ordine di Malta e la Santa Sede, rispondeva: «C’è un rapporto molto stretto, indubbiamente. In quanto ordine religioso, siamo soggetti alla Congregazione della vita consacrata, che in qualche modo è responsabile della nostra condotta, in particolare per ciò che riguarda i “professi” dell’Ordine. Inoltre, siamo molto legati anche per ciò che riguarda le attività: nei Paesi in cui operiamo, ad esempio, abbiamo stretti contatti con le nunziature. E poi, ovviamente, in quanto membri di un ordine religioso, prestiamo filiale obbedienza al Santo Padre».
L’ostinato rifiuto di Festing a collaborare con la commissione nominata dal Papa ha ulteriormente esacerbato gli animi, tanto che la Segreteria di Stato è stata costretta a ribadire la sua fiducia alla commissione vaticana e anche il responsabile tedesco dei cavalieri di Malta ha preso le distanze dalla dirigenza dell’ordine, criticandone aspramente l’atteggiamento. Infine, martedì 24 gennaio, le dimissioni di fra’ Matthew Festing e il successivo annuncio di un delegato pontificio chiamato a mettere ordine tra le fila dei cavalieri. La contesa è chiusa. Restano però i problemi. L'inviato del Papa, la cui nomina è attesa nei prossimi giorni, dovrà aiutare l'Ordine a sciogliere il nodo fondamentale dell'identità di un’organizzazione dalla storia antica e gloriosa che, però, oggi fa fatica a proiettarsi nel futuro.