Fanno bene e costano poco.
Si trovano ovunque,
dai mercatini rionali ai supermercati.
Hanno poche
calorie e inducono senso
di sazietà: risultano quindi
utilissimi nelle diete. La nutraceutica,
la scienza che tratta ciò che nutre
e cura nel contempo, ne tesse le lodi.
Studi statistici hanno dimostrato la correlazione
diretta tra il loro consumo e
la riduzione dell’incidenza nella popolazione
di numerose forme tumorali.
Cavoli! Vien da esclamare stupiti. Non
solo. Anche broccoli, cavolfi ori, verze,
cappuccio.
Tutti ortaggi che alle virtù nutritive
abbinano la facilità di coltivazione e la
resistenza al gelo invernale. Hanno una
loro ruvida bellezza, e da un decennio a
questa parte vengono usati anche come
pianta ornamentale. Presentano singolari
proprietà geometriche: i matematici
li usano per visualizzare il concetto
di frattale.
A osservarle bene, le geometriche
cimette dei broccoli romaneschi
contengono altre cimette che replicano
su scala diversa la loro identica simmetrica
struttura. Sono omotetiche: come
disse uno scienziato, «rivelano la segreta
armonia interiore della natura».
Sono ricchi di vitamine (vitamina A,
vitamina C, vitamina K) e di minerali
(potassio, fosforo, ferro e calcio).
Un altro
macroelemento di cui abbondano,
lo zolfo, è responsabile del loro unico
grande difetto: a cuocerli, puzzano. I
composti dello zolfo vengono degradati
progressivamente durante la cottura, e
liberandosi in aria provocano quel cattivo
odore che si può cercare di neutralizzare
mettendo in pentola della mollica
di pane imbevuta di aceto.
Motivo in
più per cercare di consumare il cavolo
crudo, o utilizzando la cottura a vapore,
che ne preserva le qualità nutritive,
come gli antiossidanti che rallentano
l’invecchiamento delle cellule