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giovedì 20 marzo 2025
 
L'ANALISI
 

Chiesa e politica, Bassetti: «C'è un Paese da pacificare»

21/03/2018  Conclusi i lavori del Consiglio permanente. i vescovi, spiega il cardinale arcivescovo di Perugia, presidente della Cei, si sono interrogati sul dopo-voto.  Per uscire dalla «notte invernale» dell'impegno politico, bisogna dare corpo ad un «progetto-Paese» che parta dalla Costituzione e sappia ricucire l'Italia.

Alla vigilia dell’insediamento delle Camere e a conclusione del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana (Cei) il cardinale Gualtiero Bassetti ha ricordato che «i partiti hanno il dovere di governare, ma rispondendo ai bisogni reali della gente».Una notte invernale, quella in cui è caduto il nostro Paese, una notte alla quale la politica deve dare risposte. «C’è una società da pacificare. C’è una speranza da ricostruire. C’è un Paese da ricucire», dice il presidente della Cei. Dopo il voto del 4 marzo, aggiunge, «i partiti hanno non solo il diritto, ma anche il dovere di governare e orientare la società. Per questo il Parlamento deve esprimere una maggioranza che interpreti non soltanto le ambizioni delle forze politiche, ma i bisogni fondamentali della gente, a partire da quanti sono più in difficoltà».  Certo, dice il cardinale, «non ci sono facili soluzioni con cui uscire dalla notte invernale e la via non può risolversi nella scorciatoia di prmesse di beni materiali da assicurare a tutti, né dalla ricerca di volta in volta di un accordo sul singolo problema». Per «ripartire dobbiamo trovare una risposta ampia, grande, condivisa, un progetto-Paese che, dalla risposta al bisogno immediato, consenta di elevarsi al piano di una cultura solidale». Nessuna investitura ad alcun partito, ma la certezza che «chi è disponibile a misurarsi su questi orizzonti ci troverò al suo fianco». Citando Alcide de Gasperi, il cardinale Bassetti insiste: «Si governi, fino a dove si può, con la pazienza ostinata e sagace del contadino, nell’interesse del bene comune e dei territori».

Sui temi politici risponde anche il segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino: «Non siamo preoccupati perché abbia vinto il Movimento 5 Stelle o la Lega: siamo preoccupati tutti, perché tutti vogliamo che si trovino soluzioni che vadano veramente a favore del disagio grosso che ha espresso questo voto. È importante che chi governa, a qualunque formazione appartenga, abbia il cuore e la testa rivolti ai bisogni di coloro che hanno dato loro il consenso».

In ogni caso «Non partiamo da zero», aveva detto il cardinale Bassetti, perché i principi fondamentali della convivenza civile sono iscritti nella Costituzione principi in nome dei quali  «alte cariche dello Stato, come umili servitori, hanno saputo dare la vita. Gli anniversari dell’uccisione di Marco Biagi, del arpimento di Aldo Moro e del barbaro omicidio dei cinque uomini della scorta ne sono segno eloquente».

E su uno dei temi più spinosi, quello delle migrazioni il Consiglio permanente ha approvato una lettera alle comunità «per una riflessione sul tema dell’immigrazione che aiuti a passare dalla paura all’incontro, dall’incontro alla relazione, dalla relazione all’integrazione». Su questo fronte, ha assicurato monsignor Galantino, «la Chiesa sarà sempre in prima linea perché “ero straniero e mi avete accolto” è un imperativo del Vangelo, non un programma politico».

La Cei ha in programma  un incontro di riflessione e spiritualità per la pace nel Mediterraneo, proposto già nel Consiglio episcopale permanente di gennaio ed esaminato molto attentamente in questa tornata. Tra i vescovi c’è chi ha lanciato la proposta di dedicare un decennio alla riflessione corale su questo tema, coinvolgendo anche i giovani.

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