Più trasparenza e chiarezza anche nei bilanci delle diocesi e verifica dei progetti
per cui sono impiegati i soldi dell’ 8 per mille. E’ uno degli argomenti
affrontati dal Consiglio permanente della Cei, che si è riunito questa
settimana a Genova. Sono stata anche stabilite le quote di ripartizione. Oltre
ai soldi per lo stipendio dei sacerdoti verranno destinati 279 milioni di euro
per l’edilizia di culto, la conservazione dei beni culturali della Chiesa e per
la costruzione di centri di aggregazione sociale. Per quanto riguarda la carità
sono stati finanziati l’anno scorso 748 progetti in Italia e all’estero.
Ma il
denaro serve anche per far fronte all’emergenze. Così la Cei ha deciso poche settimane
fa di destinare 243 mila euro ad un ospedale del Sud Sudan, dove vi è una
drammatica crisi con il ritorno degli scontri come al tempo della guerra
civile, che non poteva più erogare servizi di base ai ricoverati, tra cui
nemmeno l’acqua potabile. Si è anche parlato di migranti e la Cei ha confermato
l’impegno di tutta la Chiesa. Il segretario della Conferenza episcopale mons.
Nunzio Galantino, riferendo ai giornalisti durante una conferenza stampa, ha
sollecitato il governo ad rendere più veloci le procedure per ottenere lo status
di rifugiato e il ricollocamento in Europa, oltre che prevedere “una messa a
punto di un serio programma di inserimento abitativo e lavorativo”.
Attualmente
solo nelle parrocchie sono ospitati circa 20 mila persone. I vescovi chiedono
anche “maggior trasparenza nella gestione dei fondi” destinati all’accoglienza
dei migranti. Tra gli altri argomenti il Consiglio permanente ha affrontato
quella della formazione dei preti, a cui verrà dedicata l’assemblea generale
della Cei di maggio. Interrogato dai giornalisti Galantino ha osservato che occorre stare “molto, molto,
molto più attenti nelle selezioni”, e
che alla formazione nei seminari vanno destinati “i migliori sacerdoti”. Sulla
riforma delle diocesi italiani, di cui il Papa ha chiesto una riduzione, il
Segretario generale della Cei ha confermato che i criteri per ridurle sono
stati preparati dalla Santa Sede e su di essi si attende una risposta da parte
delle Conferenze episcopali regionali entro settembre, ma, ha aggiunto, “si
stanno incontrando difficoltà”.
Circa il prossimo referendum sulla trivelle la
nota del Consiglio permanete non prende una posizione per il si o il no, ma
riferisce di una discussione tra i vescovi, i quali hanno concordato “circa l’importanza
che la tematica delle trivelle sia dibattuta nelle comunità per favorire una
soluzione appropriata alla luce dell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco”.