Un bambina ferita ad Aleppo, in Siria (Reuters).
Una veglia nel nome di Romero. Nelle stesse ore in cui a San Salvador si celebra la beatificazione del vescovo ucciso dalla dittatura militare il 24 marzo 1980, a Roma la Cei ha indetto una veglia di preghiera per i martiri della fede del nostro tempo. L’appuntamento del 23 maggio, organizzato, come tutti gli anni, dalla Comunità di Sant’Egidio, si tiene all’isola Tiberina nella basilica che Giovanni Paolo II ha voluto dedicare ai testimoni della fede del XX e XXI secolo e che custodisce le reliquie e il messale dell’arcivescovo di San Salvador.
La veglia ha carattere ecumenico e vuole ricordare, insieme con i martiri, le sofferenze dei cristiani e delle minoranze religiose in Medio Oriente, in Africa e in Asia. «Coscienti dell’importanza di questa veglia di Pentecoste, indetta dalla Conferenza episcopale italiana, intendiamo manifestare - con questo appuntamento a Roma e con quelli che Sant’Egidio ha promosso in altre città italiane - la nostra vicinanza ai cristiani perseguitati nelle diverse aree del mondo», spiegano alla Comunità. «Sentiamo inoltre la necessità di essere vicini con la preghiera ma anche rilanciando un pressante invito alla comunità internazionale per interventi non rinviabili, come quello più volte sollecitato con l’appello “Save Aleppo”, a favore di una tregua e un corridoio umanitario che salvi questa città di secolare convivenza tra le religioni, luogo di cultura e di arte, con il maggior numero di cristiani in Medio Oriente».