Shaida Raza, giocatrice della nazionale di hockey del Pakistan morta nel naufragio al largo di Steccato di Cutro
Sono tracce di libertà. Parole e note a sostegno delle donne rifugiate. Oltre cento artisti hanno partecipato al triplo CD proposto dal Centro Astalli per il prossimo 20 giugno, Giornata Onu per i Rifugiati.
Shahida – Tracce di libertà, realizzato dal servizio dei gesuiti per i rifugiati in Italia in collaborazione con Appaloosa Records (distribuzione esclusiva I.R.D) è l’incontro tra cantanti, musicisti, attori, scrittori di diverse provenienze e generi. Il titolo, Shahida, è un nome di donna, che in arabo vuol dire testimone. Ed è il nome della giocatrice della nazionale di hockey del Pakistan morta nel naufragio al largo di Steccato di Cutro dove hanno perso la vita 94 persone di cui 35 bambini.
«Shahida è il simbolo di tutte le donne che in questo momento si battono per la libertà, rischiando la vita in una piazza che protesta, pronunciando pubblicamente parole censurate, chiedendo uguaglianza e dignità e di tutte le donne migranti, rifugiate, che camminano lasciando tracce di libertà nel mondo», dice Claudio Zonta, gesuita, curatore del progetto.
Come Antonella Ruggiero, che «possiamo considerare un po’ la madrina di questo album, reinterpreta il celebre brano di Battiato, Povera Patria, insieme a Oleksandr Iarmola per opporsi alla guerra in Ucraina, che continua a mietere vittime, tanti civili, troppo spesso donne e bambini» dice padre Zonta. La musica entra nel carcere femminile di Pozzuoli dove la cantautrice napoletana Marilena Vitale «si mette in un dialogo musicale con una ragazza della Tanzania, per far sì che i muri delle carceri possano risuonare di speranza e di sogni nuovi. Come in un sogno, leggero e veloce, la cantante italo canadese Sara Jane Ceccarelli, fa librare nell’aria la sua canzone Libellula, in cui i pesi e la gravità dell’esistenza non hanno l’ultima parola sulla vita». Amir Issaa, rapper romano, che ha vissuto le leggi della strada delle periferie attraverso la musica rap e hip-hop, «trasforma la sua rabbia in una valvola di sfogo positiva e trova la forza per raccontare al mondo la sua storia e quella di tutti i ragazzi e ragazze che vivono il disagio di sentirsi stranieri in qualsiasi luogo perché la terra stessa troppo spesso è ostile». Ci sono anche le parole della poetessa Ana Varela Tafur, già inserita da papa Francesco nell’Esortazione Apostolica Querida Amazonia, dedicate alle donne dell’Amazzonia costrette a una fuga che sembra non avere mai fine.
Nel triplo cd anche brani e poesie interpretati da Alessandro Bergonzoni, Anna Foglietta, Flavio Insinna, David Riondino. I proventi derivanti dalla vendita di Shahida – Tracce di libertà sosterranno i progetti in favore delle donne richiedenti asilo e rifugiate accolte al Centro Astalli, non di rado vittime di violenza, abusi e tortura, che cercano di costruirsi una nuova vita in Italia.
«Il focus del cd è sulla condizione femminile all’interno dei processi di migrazione. Non solo le difficoltà nelle terre di origine da cui spesso sono costrette a scappare, come si può osservare dalle notizie drammatiche che provengono dall’Afghanistan, dall’Iran, ma anche quel continuo essere in pericolo sia durante i viaggi, che successivamente in quel fragile e labile inserimento in una società, quella occidentale, che troppo spesso rimane ancorata a stereotipi e a condizionamenti culturali che ostacolano in maniera evidente l’emancipazione della donna, ancor più quando è straniera o immigrata», conclude padre Zonta.
L’album è dedicato a Mariana Mareme Mbaye, ospite del Centro Astalli per tanti anni, cantante, sportiva, amante del basket, venuta a mancare improvvisamente per una malattia. Maman, dedicata alla propria mamma prima di partire per il viaggio della speranza, risuona in un arrangiamento scritto da Francesca Buonpane e musicata da molti suoi amici che l’hanno conosciuta al Centro Astalli.
È possibile acquistare direttamente il CD Shahida – Tracce di libertà a questo link: