“Non voglio che il mio cuore diventi la casa di odio e paura”, dice Olha, psicologa ucraina che adesso vive in Italia “per fuggire all’orrore della terribile guerra”.
Le parole di Olha, insieme alla testimonianza di Ducali, originario del Camerun e rifugiato in Italia da quattro anni hanno accompagnato la presentazione del “Rapporto annuale 2022” del Centro Astalli, sede italiana del Jesuit Refugee Service (JRS), impegnato dal 1981 per accompagnare, servire e difendere i rifugiati, offrendo servizi di accoglienza e integrazione a chi arriva in Italia in fuga da guerre e violenze. Alla presenza della vice ministra degli Esteri, Marina Sereni, Padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, ricorda che nel 2021 “sono state 17mila le persone, donne e uomini, che abbiamo incontrato in Italia, circa 10mila solo a Roma”.
A livello globale, “la guerra scoppiata all’inizio del 2022, senza ombra di dubbio, farà aumentare il numero degli sfollati nel mondo (si ipotizza intorno ai 90 milioni). L’Ucraina si allunga a un elenco di Paesi da cui la gente fugge: Siria, Venezuela, Afghanistan, Sud Sudan, Myanmar, Etiopia, Eritrea, Yemen.
Nel 2021 sono 67.040 i migranti arrivati in Italia via mare, quasi il doppio rispetto ai 34.154 dell'anno scorso - si legge nel Rapporto - i minori stranieri non accompagnati sono stati 9.478, a fronte dei 4.687 del 2020. Un dato allarmante è che “quasi tutte le donne seguite dal servizio di ginecologia (213 nel 2021) hanno subito torture, violenza di genere o abusi, nei Paesi di origine o durante i viaggi”.
I morti o dispersi nel Mediterraneo Centrale sono stati 1.496.E' uno scandalo per la coscienza umana. E' una vergogna per la nostra civiltà. Non possiamo accettare che il Mar Mediterraneo diventi un enorme cimitero" ha detto con forza il cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente della Commissione Conferenze episcopali Ue (Comece).
Secondo il Rapporto, non si riesce ad uscire dalla logica dell’emergenza per l’accoglienza dei rifugiati in Italia, mentre il perdurare della pandemia aumenta la necessità di un piano organico per l’immigrazione. “Trovare casa è complicatissimo” , sottolinea il Centro Astalli.”
Continuano a essere molti gli ostacoli che impediscono a richiedenti e titolari di protezione internazionale di fruire realmente di diritti che dovrebbero essere loro garantiti per legge - sottolinea il Centro -. Uno dei primi scogli è ormai da anni l'iscrizione anagrafica, che rappresenta uno dei presupposti necessari per l'accesso effettivo ai diritti sociali. La digitalizzazione di molti uffici ha rappresentato un aggravio nella vita dei migranti forzati. Un percorso, il loro, già di per sé accidentato e reso tortuoso da una burocrazia respingente, è stato ulteriormente complicato dalle misure necessarie al contenimento della pandemia, che in molti casi non hanno tenuto conto delle difficoltà degli utenti più fragili”.Particolarmente critica è la situazione dei nuclei familiari numerosi e di quelli monoparentali.
“La pace”, dice Padre Ripamonti, “si costruisce ogni giorno, forse ci è mancato il coraggio della quotidiana convivenza con i migranti che costruisce un futuro di pace, perché questo futuro sarà necessariamente un futuro plurale che ascolta le ragioni dell’altro e dialoga senza armi”.