Impresa Buona. È il nome, che va subito al dunque, della campagna di raccolta fondi che l’Istituto Serafico per ciechi e sordomuti di Assisi ha avviato con oltre 100 aziende italiane. Piccole, medie, grandi imprese coinvolte con diverse modalità per innalzare sempre più gli standard terapeutici del centro specializzato in ricerca e riabilitazione di bambini e giovani disabili.
Per stringere rapporti con le aziende, l’ente fondato nel 1871 dal francescano san Lodovico da Casoria punta sui valori, quelli necessari per mettere in pratica una visione dell’economia più matura, che generi non solo profitto ma che sia socialmente responsabile. Spiega la presidente Francesca Di Maolo: «Il nostro principio ispiratore è “La vita prima di tutto”, che predilige un intervento verso la persona svolto con amore e dedizione. Crediamo che la tutela e la difesa della vita non vadano demandate alle realtà pubbliche, bensì appartengano a tutti noi». Privati, imprese e istituzioni sono chiamati a prendersene cura. «Alle aziende chiediamo di lavorare al nostro fianco. Questo fa la differenza nella vita di tante persone che vivono la disabilità».
Per favorire questa rete, il Serafico ogni settimana organizza una giornata aperta alle aziende (Impresa Buona Day) per far conoscere la struttura dove lavorano medici, fisioterapisti, nutrizionisti, educatori, neuropsicomotricisti, logopedisti, infermieri e psicologi.
Le imprese possono contribuire in tanti modi: con un finanziamento, la donazione di apparecchiature mediche, oppure condividendo occasioni di volontariato d’impresa in cui i dipendenti partecipano direttamente alle attività insieme ai ragazzi. L’Istituto cura ogni giorno 150 giovani in modo personalizzato (nella foto sopra, un momento della terapia).