Sono in tanti a schierarsi in difesa di Giancarlo Cerrelli, vicepresidente dell’Unione giuristi cattolici italiani, prima invitato da Rai1 a Domenica in e poi lasciato a casa. Il tema da trattare nella trasmissione condotta da Mara Venier era la legge contro l’omofobia oggi ferma in Senato e, nel dibattito, l’avvocato Cerrelli avrebbe dovuto rappresentare il versante contrario a tale legge, approvata la quale diverrebbe un reato la propria opinione: «Dirsi contrari al matrimonio tra gay potrebbe costare 1 anno e 6 mesi di carcere perché “discriminatorio”, così come sostenere che dall’omosessualità si può anche uscire, volendolo». In studio al suo posto l’intervista toccante ad Andrea, giovane omosessuale emarginato in primis dalla propria famiglia e dalla testimonianza della madre di un ragazzo gay.
A mitigare i toni della polemica interviene Francesco Belletti, presidente del Forum delle Associazioni Familiari. «Non si può parlare di censura preventiva. La redazione di Rai Uno ha scelto una logica di “tv delle lacrime” e per questo escluso tutti gli esperti. La comunicazione è stata "unilaterale", affidata esclusivamente all'emotività e a due storie di una realtà certamente drammatica. Una riedizione di una tivù che speravamo ormai dimenticata e che, inoltre, ha trasmesso una sola visione della realtà, senza possibilità di confronto o di pacata riflessione. Un'occasione persa dalla RAI, da RaiUno e dalla redazione di Domenica In, in una trasmissione che "intrattiene" molte persone e famiglie, e che proprio per questo ha una responsabilità forte di servizio pubblico. Soprattutto davanti a temi così drammatici e controversi».