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giovedì 19 settembre 2024
 
calcio e affari
 

Se lo sponsor del Borussia in Champions è la più grande industria d'armi tedesca

01/06/2024  Per la finale di Champions League contro il Real Madrid, la squadra tedesca scende in campo con lo sponsor sulla maglia di RWM Rheinmetall, una multinazionale che produce armi con fabbriche anche in Italia e le cui azioni in Borsa sono aumentate del 400% dall’inizio della guerra in Ucraina. Una logica che riguarda anche noi quando accettiamo, magari per beneficenza, soldi che arrivano dal business delle armi che alimenta i conflitti

Sabato sera è di scena il grande calcio. A Londra si sfidano i tedeschi del Borussia Dortmund e gli spagnoli del Real Madrid per la finalissima di Champions League.

E per la prima volta vedremo uno sponsor molto particolare, frutto di un accordo tra Borussia e Rheinmetall di un milione di euro all’anno, per tre anni.

La RWM Rheinmetall è la più grande industria di armi tedesca, una multinazionale che ha sede anche a Ghedi (Brescia) e ha una fabbrica a Domusnovas, nel Sulcis Iglesiente, in Sardegna, dove si producono bombe che l’Italia vende all’Arabia Saudita per bombardare lo Yemen, come avevamo denunciato anni fa su Famiglia Cristiana. E questo, come ci ricordano gli amici del "Comitato riconversione RWM per la pace e il lavoro", succede da anni.

«Il valore delle azioni Rheinmetall alla Borsa di Francoforte, a partire dal febbraio 2022, mese dell’inizio della guerra in Ucraina, sono aumentate di oltre il 400% grazie alle commesse ottenute in relazione al conflitto», ha scritto Il Sole-24 Ore.

Non c’è da stupirsi: le guerre, da sempre fanno arricchire alcuni a dismisura e impoveriscono e uccidono tantissimi altri. Il rischio grande è farci l’abitudine. Credere che tutto questo sia normale. In fondo è la logica del mercato. Perché rinunciare a un milione di euro all’anno? Si sa, oggi è tutto un giro di soldi.

Lo abbiamo visto anche per le finali di calcio giocate in Arabia Saudita. E per i Mondiali disputati in Qatar. Qualche voce critica, ma sommersa dal bisogno di soldi e dalla convinzione che in fondo pecunia non olet.

Ma il “problema”, purtroppo, è non solo il Borussia. Credo che ci sia un po’ di Borussia in ognuno di noi quando entriamo nel ragionamento che dice «ma se non lo faccio io lo fanno altri».

Quando si mette a tacere la coscienza che deve scegliere, per esempio, se avere un conto presso qualche banca coinvolta nel commercio di armi. C’è una campagna banchearmate.org, con una lista di “banche armate”, che, ad esempio, verrà cancellata se sarà approvata dal Parlamento italiano la modifica della legge 185/90.

Poi se una banca, anche se armata, offre un contributo per la parrocchia, l’oratorio, la scuola o per il restauro di qualche bene artistico, perché rifiutare? Anche noi, ogni volta che lasciamo che gli interessi prevalgano sulla coscienza, entriamo in campo con il Borussia. E così la guerra entra nella nostra vita. La rendiamo una cosa normale. Diventiamo complici: se ci posso guadagnare e avere dei vantaggi, perché no?, questo il ragionamento.

Credo che il caso Borussia-Rheinmetall, al di là del risultato calcistico della partita, debba farci riflettere, interrogarci. Soprattutto in questi giorni di guerra.

 
 
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