Il suo vero nome è GBU-43, Moab, Massive Ordinance Air Blast bomb, ma l’acronimo è stato mutuato in Mother of all bombs, la madre di tutte le bombe. La bomba cui allude papa Francesco è stata utilizzata giovedì 13 aprile in Afghanistan. Un gigantesco e tronfio sfoggio di potenza e di morte, poco utile persino in operazioni militari per la sua goffaggine. Il presidente americano Donald Trump, per l'occasione nei panni del dottor Stranamore, l’ha utilizzata come un immenso mortaretto per spaventare il mondo. Il ministro della Difesa ha detto nelloccasione che nessun civile è stato ucciso ma che sono stati “neutralizzati” 36 miliaziani dell’Isis.
Il 13 aprile è stata la prima volta in cui la madre di tutte le bombe è stata utilizzata dagli Stati Uniti in combattimento da quando è stata sviluppata, nel 2003. Un gigantesco sigaro lungo poco più di nove metri e pesante dieci tonnellate, di cui otto e mezzo utilizzati per contenere l’esplosivo. Nessun bombardiere americano ha attualmente le dotazioni necessarie a trasportare la Moab, così deve essere sganciata da un cargo C-130. Il suo potere distruttivo è equivalente a circa dieci tonnellate di trinitrotoluene. Per fare un paragone, la bomba atomica di Hiroshima del 1945aveva una forza equivalente a quindicimila tonnellate di TNT. La MOAB non è un ordigno penetrante, cioè non è studiata per colpire strutture pesantemente fortificate o sotterranee. Il suo raggio di esplosione e l’immensa onda d’urto che produce, però, sono in grado di distruggere caverne superficiali e altri sistemi poco profondi, come trincee e fortificazioni campali. L’onda d’urto si diffonde per 1,5 chilometri. La Madre di tutte le bombe definita una vergogna da Francesco è ritenuta dal Pentagono un'arma per liberare una vasta area da mine e altre trappole esplosive, lasciando nel contempo i difensori storditi e spaventati e quindi facili da sopraffare. Se venisse adoperata in un centro abitato, provocherebbe un'ecatombe nel raggio di un chilometro. E’ difficile da trasportare, perché un C130 è facilmente individuabile e neutralizzabile da una contraerea o da un caccia.
Naturalmente nella corsa alla “mutua distruzione”, come la definiva il ministro della Difesa McNamara ai tempi della guerra fredda, la Russia non è da meno. L’esercito russo sostiene di aver testato nel 2007 una bomba di sette tonnellate di esplosivo non nucleare diverse volte più potente del MOAB. L’arma è stata battezzata, “Padre di tutte le bombe”. Se gli americani hanno utilizzato il termine madre i russi non hanno avuto alcuno scrupolo a tirare in ballo la figura paterna. Insieme, questa madre e questo padre che anziché generare, amare e accogliere distruggono e seminano morte e terrore, fanno una coppia degna del dottor Stranamore.