Per la verità entrambi i termini sono leciti per designare quell’intervento che, durante la Messa, spiega e attualizza i testi della Scrittura proclamati, con particolare attenzione al Vangelo, cuore della rivelazione.
Si sa che nello scorrere del tempo le stesse parole possono assumere sfumature diverse e talvolta persino un significato differente da quello originario. Infatti, lungo i secoli, con il termine “predica” si finì di indicare qualsiasi intervento di carattere spirituale (meditazione, catechesi, vita dei santi...) e purtroppo, nel linguaggio popolare, divenne anche sinonimo di noiosa ramanzina.
Pertanto i documenti attuali, per indicare il particolare intervento che nella Messa spiega le letture bibliche appena proclamate, preferiscono usare il più antico termine “omelia”. Esso è tratto dal verbo greco che nel Vangelo indica il conversare dei due discepoli di Emmaus allorquando il Risorto intervenne per spiegare loro le Scritture. E ciò per indicare il contenuto, la familiarità e la semplicità dell’omelia.