Lo scorso 31 ottobre, nella sala del Concistoro, il Papa ha ricevuto in udienza privata il Copercom, Coordinamento delle associazioni per la comunicazione, in occasione del 25° di fondazione. Dell’importante sodalizio fanno parte, quasi dall’inizio i cooperatori paolini, branca laica della famiglia paolina. Quale delegato per tale organismo degli stessi cooperatori, ho preso parte all’evento assieme al delegato della Società San Paolo, don Guido Colombo. Per ragioni professionali più volte ho avuto modo di incontrare il santo padre, emozionandomi sempre, ma lunedì oltre alla emozione sentivo addosso il “peso gioioso” del mandato del fondatore. Da lì l’idea di offrire al Papa qualcosa che testimoniasse la nostra identità.
Pertanto, su consiglio di mia moglie Patrizia, cooperatrice pure lei, ho consegnato al papa una copia della ‘cambiale di Alberione’, scritta dal fondatore in tempi in cui la Famiglia Paolina, essendo agli inizi, mancava di tutto. Ma Don Alberione, insieme a don Giaccardo che era l’economo, ancora una volta si fidò di Dio. E con una straordinaria semplicità scrisse in testa al foglio: “Cambiale”; e sotto: “Cercate prima di tutto il Regno di Dio e la sua giustizia”. Poi firmarono i due: Sac. Alberione Giacomo - Sac. Giaccardo Timoteo. Sotto ancora, poiché quella era la promessa di Gesù, Don Alberione completò la frase evangelica: “Tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù”. Quindi firmò di nuovo, questa volta col nome della SS. Trinità: Gesù Cristo - Padre - Spirito Santo. Umanamente un gesto senza senso; sul piano della fede, invece, un grande atto di fiducia che è stato definito “Patto dell’alleanza fra Dio e la Comunità”. Mentre cercavo di spiegare al papa il senso di quello scritto, che leggendolo teneva nella sua mano destra, ho potuto notare sul suo volto lo stupore, l’emozione e la gioia per il grande atto di fede del Primo Maestro. Un momento memorabile, vissuto anche con i paolini e le paoline rappresentanti il Centro culturale San Paolo e Paoline Odv.
Antonio Capano