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domenica 15 settembre 2024
 
dossier
 

Che fine hanno fatto i soldi degli sms solidali

20/01/2017  Dopo che è girata una bufala sul web sulla presunta scomparsa dei fondi raccolti la protezione civile ha diramato una nota per spiegare la reale situazione. Quei soldi serviranno per la ricostruzione, per l'emergenza ci sono gli stanziamenti dello Stato

In questi giorni è girata sui social network  una notizia in cui si sostiene che i 28 milioni di euro raccolti dalla Protezione Civile con gli “SMS solidali” (il numero  45500 rimane attivo per le donazioni fino al 29 gennaio) sarebbero “scomparsi”. La bufala cita un’interrogazione parlamentare di Laura Castelli, deputata del Movimento 5 Stelle, che chiede conto di un presunto “ritardo” nell’utilizzo di questi fondi. La “sparizione” dei 28 milioni di euro è una notizia falsa: come ha risposto all’interrogazione la ministra Anna Finocchiaro, quei fondi erano destinati fin dall’inizio alla ricostruzione post-terremoto, mentre la gestione dell’emergenza è finanziata con denaro stanziato dallo Stato. Inoltre non si potrà decidere come stanziarli fino a quando non si conoscerà con precisione l’entità della cifra raccolta. La Protezione Civile a tale proposito ha diffuso un comunicato per smentire la bufala. Ecco la sua nota: 
 

"Terremoto centro Italia: chiarimenti sui fondi raccolti con il numero solidale
19 gennaio 2017
In riferimento alle nuove errate informazioni che circolano soprattutto sui social in merito all’utilizzo delle donazioni raccolte attraverso il numero 45500, si precisa che, come indicato anche nel Protocollo che ne disciplina il funzionamento, queste serviranno per supportare la ricostruzione dei territori colpiti. Per la fase di gestione dell’emergenza, infatti, sono destinate tutte le necessarie risorse attraverso i fondi pubblici.
In particolare, in questa emergenza, come disposto dal decreto legge 189 convertito, le donazioni confluiranno nella contabilità speciale del Commissario straordinario alla ricostruzione e saranno gestite passando dal controllo di un Comitato dei Garanti, come prevede proprio il Protocollo.
Saranno i territori a valutare, in raccordo con Regioni e Commissario e sulla base delle esigenze valutate nell’ambito del più complessivo piano della ricostruzione, a indicare su quali progetti destinarli.
Lo stesso vale per le somme raccolte attraverso il conto corrente aperto dal Dipartimento"

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