Prende ad esempio l’albero della vita per parlare dei diritti fondamentali. Papa Francesco, nel primo discorso in Bahrein, parla alle autorità ammonendole: «I diritti umani fondamentali non vengano violati, ma promossi», dice. «Penso anzitutto al diritto alla vita, alla necessità di garantirlo sempre, anche nei riguardi di chi viene punito, la cui esistenza non può essere eliminata». Incoraggia gli incontri interreligiosi da tempo promossi nel Paese e incoraggia la pacifica convivenza: «Pensiamo all'albero della vita e negli aridi deserti della convivenza umana distribuiamo l'acqua della fraternità: non lasciamo evaporare la possibilità dell'incontro tra civiltà, religioni e culture, non permettiamo che secchino le radici dell'umano! Lavoriamo insieme, lavoriamo per l'insieme, per la speranza!». Sottolinea che è arrivato. «nella terra dell'albero della vita, come seminatore di pace, per vivere giorni di incontro, per partecipare a un Forum di dialogo tra Oriente e Occidente per la pacifica convivenza umana». Ringrazia gli altri leader religiosi e ricorda che questi giorni «segnano una tappa preziosa nel percorso di amicizia intensificatosi negli ultimi anni con vari capi religiosi islamici: un cammino fraterno che, sotto lo sguardo del Cielo, vuole favorire la pace in Terra».
I temi che le conferenze internazionali qui convocate sono affrontati, secondo il Pontefice, cioè «il rispetto, la tolleranza e la libertà religiosa» sono «temi essenziali, riconosciuti dalla Costituzione del Paese, la quale stabilisce che “non vi deve essere alcuna discriminazione in base al sesso, alla provenienza, alla lingua, alla religione o al credo”, che “la libertà di coscienza è assoluta” e che "lo Stato tutela l'inviolabilità del culto”». Si tratta di impegni «da tradurre costantemente in pratica, perché la libertà religiosa diventi piena e non si limiti alla libertà di culto; perché uguale dignità e pari opportunità siano concretamente riconosciute ad ogni gruppo e ad ogni persona; perché non vi siano discriminazioni».
Parla del lavoro e della crisi mondiale: «Non si può però dimenticare che nei nostri tempi c'è ancora troppa mancanza di lavoro, e troppo lavoro disumanizzante: ciò non comporta solo gravi rischi di instabilità sociale, ma rappresenta un attentato alla dignità umana», sottolinea. E spiega che «il lavoro non è solo necessario per guadagnarsi da vivere, è un diritto indispensabile per sviluppare integralmente sé stessi e per plasmare una società a misura d'uomo». Purché non sia un lavoro che schiavizza. Che diventa «pane avvelenato». Al centro deve esserci l’uomo «fine sacro e inviolabile del lavoro» e non mezzo per produrre denaro. Vanno perciò garantite «condizioni lavorative sicure e degne dell'uomo, che non impediscano, ma favoriscano la vita culturale e spirituale; che promuovano la coesione sociale, a vantaggio della vita comune e dello sviluppo stesso dei Paesi». Il Bahrein, secondo Bergoglio, può vantare delle «preziose acquisizioni in tal senso: penso, ad esempio, alla prima scuola femminile sorta nel Golfo e all'abolizione della schiavitù». E quindi può essere «faro nel promuovere in tutta l'area diritti e condizioni eque e sempre migliori per i lavoratori, le donne e i giovani, garantendo in pari tempo rispetto e attenzione per quanti si sentono più ai margini della società, come gli emigrati e i detenuti: lo sviluppo vero, umano, integrale si misura soprattutto dall'attenzione nei loro riguardi».