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domenica 13 ottobre 2024
 
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Che papà sei: sportivo, vecchio stile o "papà-mammo"?

18/02/2019  «Come ci sentiamo noi padri rispetto a come erano i nostri? Tra amici ci siamo accorti che, mentre nelle mamme si possono trovare molte somiglianze, nel nostro caso prevalgono le differenze. C’è il papà mammo sostituibile alla moglie, il papà tutto lavoro perché al resto pensa lei, quello più giovanile del figlio...»

Volevo proporvi alcune riflessioni che stavamo facendo domenica in oratorio noi papà mentre le mogli erano in riunione per gli ultimi preparativi a un mercatino di Natale che hanno organizzato per la prossima domenica. Parlavamo di come ci sentiamo noi padri rispetto a come erano i nostri e anche rispetto ad altri che conosciamo. Ci siamo accorti che, mentre nelle mamme si possono trovare, al di là delle differenze delle persone e di carattere, molte somiglianze, nel nostro caso prevalgono le differenze. C’è il papà mammo sostituibile in tutto alla moglie, il papà vecchio stile, come erano i nonni, tutto lavoro perché al resto pensa lei, quello che è più sportivo e giovanile del figlio e quelli che, come ammettevano alcuni di noi, si barcamenano tra affetto e severità, sostegno e spinta, funzione guida e funzione consolatrice...

MAURO

— Caro Mauro, la tua lettera mi ha colpito particolarmente perché fa da controcanto a una serie di riflessioni che sto leggendo in questi giorni (presto raccolte in un volume di Studi interdisciplinari sulla famiglia di Vita e Pensiero intitolato Giovani in transizione e padri di famiglia) proprio sulla figura dei padri. Anche da quelle pagine si evince che mentre il ruolo della madre continua a consolidarsi, quello del padre sembra sempre alla ricerca di un difficile equilibrio fra i tratti della cura, tenerezza e persino iperprotezione e l’esigenza di guidare i figli per avviarli alla vita nella società, fuori dalle rassicuranti pareti di casa. Secondo gli autori è impossibile identificare un unico modello prevalente di paternità proprio come ci racconti tu. Crescono, tuttavia, i segnali che descrivono un padre “scudo”, dispensatore di regole, non per entrare nel sociale, ma per difendersene, un padre che indica i pericoli che si annidano “fuori”. Un papà, insomma, a disagio nel trasmettere fiducia e speranza. Sono certa che voi che vi “barcamenate” lo abbiate ben presente e stiate cercando di trovare quel difficile equilibrio, senza tornare indietro ma anche senza cadere nel triste, grave errore di uccidere la speranza.

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Auguri papà
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