C’è aria di ribaltone nel Lazio che va al voto per le regionali. I sondaggi danno in vantaggio il Centrodestra, anche se gli incerti sono ancora molti e resta difficile prevedere quale sarà l’affluenza ai seggi in due giorni di clima invernale e dopo una campagna elettorale fiacca, che non sembra scaldare i cuori degli elettori.
Un ribaltone non sarebbe una novità per una Regione dove l’alternanza è una costante da oltre vent’anni. Piero Badaloni (indipendente di Centrosinistra) guidò la giunta dal 1995 al 2000. Poi arrivò il governo di destra di Francesco Storace seguito nel 2005 da quella di sinistra di Pietro Marrazzo (sostituito per pochi mesi a fine legislatura da Esterino Montino). La destra tornò di nuovo al potere nel 2010 con Renata Polverini, costretta però a lasciare nel 2012 per lo scandalo dei fondi elargiti ad alcuni consiglieri regionali («personaggi da operetta che hanno fatto cose raccapriccianti», li definì la presidente). Le elezioni del febbraio 2013 le vinse Nicola Zingaretti, finora l’unico presidente del Lazio a reggere per due mandati (fu rieletto nel marzo del 2018).
Stavolta se la giocano Alessio D’Amato, Francesco Rocca e Donatella Bianchi. Alessio D’Amato è il candidato della continuità e ha scelto lo slogan “Uno di noi”. Romano, 55 anni, laurea in Sociologia, un master in Peacekeeping and security studies, approdato al Partito democratico dopo esperienze con Rifondazione e il Partito dei comunisti italiani, D’Amato è stato l’assessore alla Sanità della giunta Zingaretti. Da assessore ha portato la sanità laziale fuori dal regime di commissariamento e ha gestito con successo l’emergenza contro l’epidemia di Covid (grazie anche alla presenza sul territorio di centri di eccellenza per le malattie infettive come l’Ospedale Spallanzani) e la campagna vaccinale. D’Amato è sostenuto da sette liste: Partito democratico, Terzo Polo (Azione e Italia Viva), Lista civica D’Amato, Più Europa/Radicali/Volt, Demos.
È un esperto di sanità, però con un profilo meno politico, anche il candidato del Centrodestra. Francesco Rocca, 57 anni, romano, avvocato, esperienze nel volontariato poi nella sanità con diversi incarichi, fino al raggiungimento dei vertici della Croce Rossa. Sia come guida di Croce Rossa italiana, sia come presidente della Federazione internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (primo italiano a ricoprire questo incarico). Rocca ha quindi un profilo più da esponente della società civile che da uomo di partito, ma con uno spessore certamente maggiore rispetto a Enrico Michetti, l’improbabile candidato scelto da Giorgia Meloni per le elezioni comunali di Roma dell’ottobre del 2021. Il suo slogan è “Passione e competenza”. Sono sei le liste a sostegno di Rocca: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi moderati/Rinascimento, Unione di centro e Lista civica Rocca presidente.
Nel Lazio, pur avendo governato insieme nella giunta uscente, Pd e e Movimento 5 Stelle vanno al voto separati. Nessuna ipotesi di “campo largo”. Così M5S corre da solo e schiera come candidata Donatella Bianchi. Originaria di La Spezia, 59 anni, viene dall’ambientalismo (lo slogan scelto è “Un’aria nuova”). È stata presidente del Wwf Italia e del Parco regionale delle Cinque Terre. Volto televisivo, Bianchi è nota al grande pubblico soprattutto per la conduzione del programma Linea Blu, in onda su Rai 1. Oltre a quello del Movimento 5 Stelle, Banchi può contare sul sostegno del Polo progressista.
Sono tre i temi forti della campagna elettorale: sanità, gestione dei rifiuti e infrastrutture. (...)
(l'articolo integrale è nel numero in edicola di Famiglia Cristiana)
nella foto, da sinistra, Francesco Rocca, Alessio D'Amato e Donatella Bianchi.