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venerdì 17 gennaio 2025
 
L'Angelus
 

Chiamati alla gioia nonostante i limiti

11/03/2018  Il Papa ricorda che dobbiamo fare i conti con le nostre fragilità, ma non per disperarci. E nei momenti bui dobbiamo guardare il Crocifisso, non ricorrere a droghe o riti magici.

Una chiamata alla gioia, anche quando vediamo limiti e difficoltà. Papa Francesco, nell’angelus ricorda che l’antifona di questa domenica «di Quaresima, la si chiama  domenica “laetare”, cioè “rallegrati”» ci «invita alla gioia: “Rallégrati, Gerusalemme”. È una chiamata alla gioia. “Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza”, così comincia la messa. Quale è il motivo di questa gioia? Il motivo è il grande amore di Dio verso l’umanità, come ci indica il Vangelo di oggi: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”».

Papa Francesco torna su temi a lui cari ricordando quello che «sta al centro dell’annuncio cristiano: anche quando la situazione sembra disperata, Dio interviene, offrendo all’uomo la salvezza e la gioia. Dio, infatti, non se ne sta in disparte, ma entra nella storia dell’umanità, si immischia nella nostra vita, entra per animarla con la sua grazia e salvarla».

Francesco sa che «ci vuole coraggio» per «riconoscerci per quello che siamo» e per fare «i conti con la nostra fragilità e i nostri limiti. Allora può capitare di essere presi dall’angoscia, dall’inquietudine per il domani, dalla paura della malattia e della morte. Questo spiega perché tante persone, cercando una via d’uscita, imboccano a volte pericolose scorciatoie come ad esempio il tunnel della droga o quello delle superstizioni o di rovinosi rituali di magia».

Dobbiamo conoscere i nostri limiti, continua il Papa, «le proprie fragilità, dobbiamo conoscerle, ma non per disperarci, per offrirle al Signore perché lui ci porta per mano, mai ci lascia da soli e per questo mi rallegro, ci rallegriamo, “rallegrati Gerusalemme”…».

Francesco rincuora la folla accorsa per ascoltarlo: «Abbiamo tante tristezze», dice, ma «quando siamo veri cristiani c’è quella speranza. Non dobbiamo scoraggiarci quando vediamo i nostri limiti, i nostri peccati, le nostre debolezze. Dio è lì, Gesù è in croce per guarirci. Guardare il crocifisso e dirci: “Dio mi ama”. È vero ci sono debolezze, limiti e peccati, ma Dio è più grande delle nostre debolezze, delle nostre infedeltà dei nostri peccati. Guardiamo il crocifisso e andiamo avanti».

Una strada nella quale siamo aiutati anche da «Maria, Madre di misericordia» che ci mette «nel cuore la certezza che siamo amati da Dio. Ci stia vicino nei momenti in cui ci sentiamo soli, quando siamo tentati di arrenderci alle difficoltà della vita».

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