Si deve entrare in punta di piedi quando ci si trova davanti a una santità come quella di Chiara Corbella. Santa ancora non lo è per le autorità ecclesiastiche, ma per tanta gente sì. E sono davvero molte le persone, giovani e non, che si rivolgono a lei con cuore sincero chiedendone l’intercessione per grazie di vario genere, certi che Chiara, scomparsa un decennio fa, sia già nella luce vicina a Gesù e a Maria. Con la Vergine ebbe un rapporto specialissimo e lo confermano tutte le persone a lei care che abbiamo incontrato per ricostruirne la spiritualità mariana. Chiara amava la vita, la musica e tutto ciò che c’è di bello. «Una ragazza semplice», così la descrive un suo amico, Amerigo Pinelli, 46 anni, di professione illustratore. Ha dipinto il ricordino del 2021: Chiara e san Francesco sono avvolti dalla luce e camminano insieme verso la Porziuncola ad Assisi. E proprio qui, nella chiesetta custodita in Santa Maria degli Angeli, Amerigo e Chiara si sono conosciuti: «Mi trovavo ad Assisi per un ritiro in occasione di un triduo pasquale. A quel tempo non comprendevo bene cosa volesse dire intraprendere un cammino di fede, ma mi trovavo lì proprio per avvicinarmi di più a Dio. Un giorno, mi sono trovato al tavolo con tanti altri ragazzi. Tra questi, lei, Chiara, di una bellezza straordinaria. Allegra, spensierata, divertente. Ci scambiavamo alcune battute e ridevamo con gioia. È stato un tempo bellissimo, quello. Un’amicizia che si è poi protratta fino al matrimonio di Chiara con Enrico Petrillo».
«Ovviamente, poi, ci siamo persi di vista», prosegue Amerigo, «ognuno ha seguito il suo cammino. Quello che ricordo bene erano le battute che ci scambiavamo su Messenger, io, Chiara ed Enrico e altri componenti del gruppo di Assisi; Facebook ancora non esisteva. Chiara era una ragazza semplice, ironica, gentile questo conservo nel mio cuore di quei trascorsi assieme ad Assisi in Santa Maria degli Angeli».
IL LEGAME DI CHIARA CON LA VERGINE
Questo luogo, legato alla Vergine, sarà fondamentale per l’intero percorso di fede di Chiara: qui troverà il suo padre spirituale, il frate francescano Vito d’Amato, 50 anni, che ha accompagnato la sua vita e quella del marito Enrico verso le nozze. Fra Vito è stato accanto a Chiara fino alla morte. In lui Chiara aveva trovato non solo una guida spirituale ma anche un amico con cui parlare dei suoi problemi, delle avversità da affrontare, come le due gravidanze portate avanti in modo eroico. «Chiara come Maria», dice fra Vito, «è donna dell’accoglienza. Ha messo da parte se stessa per far spazio all’altro, sempre. Così come ha fatto nelle sue gravidanze. In fondo, non si può prescindere dall’atteggiamento di accoglienza di Maria per definirsi cristiani. Chiara ha seguito questo modello, ha vissuto profondamente questo aspetto della Vergine. Ha imparato ad accogliere, ad avere pazienza, ad aspettare come la Vergine Maria».
IL PERCORSO RELIGIOSO DI CHIARA CORBELLA
Il religioso ci spiega così l’evoluzione della devozione mariana in Chiara: «Ha iniziato da bambina, parlando alla Vergine con la tipica semplicità dei bimbi. Poi, da grande, il suo atteggiamento è cambiato, maturando in un confronto. È stato un vero e proprio percorso, il suo. In Maria, verso Dio. Quando c’è stata la notizia della prima gravidanza anche lei ha avuto, possiamo dire, lo stesso atteggiamento della Vergine. Quando dovrà dire a Enrico della gravidanza difficile di Maria Grazia Letizia (l’ecografia della bambina rivelò un’anencefalia, ndr.) è con Maria che si è confrontata. In fondo, la Madonna doveva dire a Giuseppe di una nascita particolare, e così Chiara fece con Enrico. Il rapporto che lei aveva con la Vergine era del tutto particolare, in Maria vedeva una sorella nella fede». Il 13 giugno 2002, quando Chiara vola in Cielo, è mezzogiorno preciso, l’ora dell’Angelus, la preghiera incentrata sulla Annunciazione. Una singolare coincidenza.
«Quando Chiara è entrata in agonia», ricorda fra Vito d’Amato, «mentre stavamo attorno al suo letto, abbiamo proposto il Santo Rosario, ma Chiara ha voluto che recitassimo i salmi dell’Ascensione. Sono i salmi che descrivono bene la vita nel suo pellegrinaggio. Certamente, il giorno 13 ci ha fatto pensare subito e chiaramente a un legame con le apparizioni della Vergine di Fatima: la Madonna è apparsa lì ogni 13 del mese. E per i funerali di Chiara abbiamo scelto il formulario della memoria liturgica del Cuore Immacolato di Maria, che tra l’altro cadeva proprio in quel giorno. Il senso da ricercare in quella data che segna la scomparsa di Chiara è sicuramente il legame profondo con quel Cuore di Maria che è stato pronto all’accoglienza di Dio perché puro».
IL RICORDO DELLA MADRE DI CHIARA
La madre di Chiara, Maria Anselma, 67 anni, è certamente una testimone privilegiata del legame a doppio filo della figlia con la Madonna: «Era davvero per lei la sua Mamma del Cielo. Praticamente, aveva due mamme. Ascoltava molto fin da bambina, la voce di Maria nel suo cuore. Quando sentiva l’ispirazione recitavamo il Santo Rosario assieme, anche quando magari non aveva finito i compiti. E poi ricordo con dolcezza i magnifici disegni che faceva: vedeva Maria contornata da angeli oppure molte volte disegnava se stessa mano nella mano con la Madonna.
La ricordo in meditazione molto spesso sulle pagine del Vangelo che riguardano Maria. Così come poi continuerà a fare da adulta quando si presenteranno le due gravidanze: Maria doveva affrontare la perdita del Figlio; sapeva che doveva darlo al mondo, e quindi non le apparteneva.
LA MATERNITÀ PER CHIARA
Ecco, Chiara nel periodo delle gravidanze aveva in mente questo pensiero (anche il secondogenito Davide Giovanni nacque con una grave malformazione e morì poco dopo, ndr.). Visto che i suoi figli, poi, non sarebbero stati suoi, non poteva che seguire la via di Maria. Chiara aveva anche un legame speciale con Medjugorje. Ci sono andata anch’io con tutte le speranze di una guarigione. Sapevo di quel luogo speciale. Avevo la coscienza che ogni cosa chiesta da Maria a Gesù viene esaudita. Ero convinta che la Madonna mi avrebbe fatto la grazia. Ma la volontà del Signore era diversa: le mie aspettative erano fuori dalle righe che aveva scritto. Certamente, però, quelle preghiere non sono andate perse perché abbiamo visto come Chiara ha affrontato la malattia e noi, dopo la sua morte, il vuoto che ha lasciato. Non siamo caduti nella disperazione perché abbiamo sentito la presenza di una Madre vicina ai propri figli. Sempre».
Oltre a Medjugorje, racconta ancora mamma Maria Anselma, Chiara aveva altri luoghi mariani nel cuore: «La grotta delle Tre Fontane a Roma, dove è apparsa la Vergine della Rivelazione: quando Chiara era bambina la portavo lì, assieme all’altra mia figlia Elisa e alla nonna Mafalda. Andavamo ogni 12 aprile – ricorrenza dell’apparizione – a sentire la testimonianza di Bruno Cornacchiola, l’uomo convertito da Maria. Ricordo con quanto stupore abbiamo assistito una volta anche al prodigio del sole che pulsa, che cambia colore. Un’esperienza indimenticabile!».
È passato già un decennio dalla scomparsa di Chiara, ma la madre la sente tuttora vicina: «Sì, enormemente vicina, è sempre con noi. Più volte, in alcune occasioni di difficoltà, mi sono rivolta e mi rivolgo a lei: la risposta è sempre pronta, mi aiuta, ci aiuta. Così, come aiuta tante persone che ci testimoniano la sua presenza nelle loro vite. E questo è di grande conforto per noi nell’accettare che Chiara non sia qui su questa terra, ma sappiamo con certezza quanto bene continua a fare lì nel Cielo. Lei portava il Signore con slancio di cuore a chi incontrava, e senza giudicare chi la pensava diversamente. Pregava magari per quelle persone, ma non le giudicava. Lei portava con semplicità il Signore, un po’ come faceva Maria che ha accolto nel suo grembo la Parola che è divenuta carne».