Grazie a Linea verde va in città, che conduce al sabato su Rai 1 con Marcello Masi, Chiara Giallonardo è sempre in giro per l’Italia. La raggiungiamo infatti in auto nel tragitto da Trapani, dove ha concluso un servizio sulle celebri saline, all’aeroporto di Palermo.
Come sta?
«Bene, anche se, essendo meteoropatica, rimpiango l’estate, che mi dà energia. Il momento più triste dell’anno per me è il ritorno dell’ora solare: quando arriva buio presto, mi deprimo un po’. Anche il lavoro diventa più faticoso, perché andando in onda dalle 12.30 alle 13.30 dobbiamo alzarci presto per fare le riprese in piena luce».
Che cosa mangia?
«Da quando conduco Linea verde ho preso molto più coscienza dell’importanza del cibo sano, soprattutto pesce e verdure, che mi fanno sentire leggera a pranzo, quando poi devo riprendere a lavorare. Mi piace molto sbizzarrirmi in cucina preparando le verdure in tutti i modi: ripiene, gratinate, sotto forma di polpette e vellutate. In questo mi aiutano molto i prodotti di qualità che imparo a conoscere incontrando gli agricoltori per la trasmissione e che mi porto a casa, dall’olio extra vergine d’oliva di Umbria e Toscana al sale marino integrale di Trapani: ho scoperto che per insaporire qualsiasi piatto basta usarne la metà rispetto a quello industriale».
Pratica qualche sport?
«Anche quando mi sento stanca mi sforzo ed esco a correre tutti i giorni per mezz’ora, un’attività che mi fa sentire proprio bene. L’anno scorso ho avuto problemi alla schiena e ho scoperto lo yoga e una serie di discipline collegate. A un primo approccio può sembrare una pratica un po’ statica, in realtà è un allenamento molto intenso e lavora sulla muscolatura profonda. Da bambina e ragazza ho praticato moltissimi sport, dal nuoto al pattinaggio artistico a rotelle, dalla pallavolo all’equitazione».
Si è mai ammalata?
«Ho avuto un incidente e mi sono rotta il coccige, problema che purtroppo non si può sistemare definitivamente. Ho avuto un decorso un po’ lungo e continua a crearmi una serie di impedimenti, ed è per questo che ho dovuto passare a sport più tranquilli. Ultimamente ho scoperto di avere una forte allergia al nickel, metallo che è presente in molti cibi e oggetti: il contatto con una cintura, ad esempio, mi provoca delle vere e proprie abrasioni sulla pelle. Inoltre ho dovuto cambiare tutte le creme e i cosmetici che usavo. Ora compro in farmacia prodotti senza nickel, con cui mi trovo benissimo».
Come si cura di solito?
«In genere preferisco non ricorrere subito ai medicinali tradizionali. Per prevenire il mal di gola, visto che anche di inverno lavoro all’aria aperta, faccio colazione con spremuta d’arancia e un po’ di limone. Inoltre non mi faccio mai mancare il miele, con il quale dolcifico tutto. Se il mal di gola compare lo stesso, mi aiuto con il propoli in spray».
Che cos’è per lei il benessere?
«Per me significa equilibrio. Quando mi dimentico del mio corpo, perché non mi dà nessun segnale strano, mi sento bene. In particolare, amo molto dormire e quando posso farlo per otto ore di seguito poi mi sento benissimo e un viso riposato non ha bisogno di nessuna crema miracolosa»!
Qual è la sua maggiore debolezza?
«Trovo difficile resistere al cibo che mi piace, soprattutto il salato. Inoltre, pur non avendo particolari paure, mi crea disagio trovarmi in un posto troppo affollato».
Qual è il suo miglior pregio?
«Sono una persona solare, nonostante sia meteoropatica. Ho imparato che a essere negativi non ci si guadagna molto, anzi. Così cerco di portare positività anche agli altri, sia nella vita privata sia sul lavoro».
Il suo peggior difetto?
«Sono pignola e la prima vittima di questo perfezionismo sono io».
Come alimenta la sua spiritualità?
«Mi ritengo cattolica, anche se il mio rapporto con la fede non è scandito dalla Messa della domenica. Mi capita di passare molto tempo da sola, soprattutto in viaggio: una preziosa occasione per riflettere, per guardarmi dentro e penso che la spiritualità abbia molto a che fare con l’intimità. Nel 2014 ho condotto il programma Believe to be alive che documentava l’incontro degli atleti paralimpici con papa Francesco. È stata un’esperienza bellissima sia perché ho conosciuto questi ragazzi dalla forza incredibile, sia perché ho potuto percepire la grande umanità che sprigionava il Santo Padre. Quell’incontro è stato un dono speciale che non dimenticherò mai».