Ci sono dei tempi privilegiati che, nella sua antica sapienza, la Chiesa ci offre ogni anno. Sono tempi per ricominciare, per riprendere in mano la nostra vita spirituale e trovare nuove energie per ripartire.
Uno di questi tempi forti è l’Avvento. Credo che tutti coloro che accompagnano il cammino spirituale delle persone si ritrovino puntualmente davanti a questa domanda: cosa posso fare in Avvento? Come posso vivere questo periodo? E devo anche dire che, nella mia esperienza, questa domanda arriva molte volte purtroppo quando l’Avvento è già iniziato.
Proviamo dunque a dare qualche suggerimento. Partirei con un atteggiamento di fondo: ad-ventum è una certezza: è un participio passato! Dio è già venuto verso di noi! Questo tempo quindi richiede uno sguardo contemplativo: scoprire Dio già venuto nel mondo. L’Avvento è il tempo in cui cercare Dio nelle cose piccole e semplici.
La liturgia infatti porterà subito la nostra attenzione sulla necessità di vigilare: siamo nella notte, ma non ci perdiamo d’animo. Dio è presente, anche se a volte non riusciamo a trovarlo con evidenza. Ecco una prima indicazione: cercare Dio nella Parola. Le letture che accompagnano questo tempo non solo sono molto belle, ma ci spingono proprio ad avere questo sguardo di fiducia e di ricerca.
Il secondo atteggiamento può essere quello di portare lo sguardo su di sé: il Signore continua a venire nella mia vita, ma io come lo sto accogliendo? A volte, con disprezzo o rammarico, definiamo il nostro cuore una stalla, un luogo in disordine e squallido… eppure è proprio lì che Gesù ha scelto di nascere. Siamo invitati a non spaventarci per quello che vediamo dentro di noi. Non dobbiamo rimanere bloccati. In questa stalla però possiamo mettere qualcosa che renda questo luogo più accogliente.
Da qui l’impegno di questo tempo privilegiato che è l’Avvento: in che modo posso prendermi cura del mio cuore? Potrei cercare di essere meno orgoglioso oppure di essere più accogliente con gli altri oppure di esercitare maggiormente la pazienza. È una cosa semplice, ma efficace: come sistemare al meglio il mio cuore, pur sapendo che rimane sempre una stalla, dove però Gesù non disprezza di nascere ancora.
(Foto Ansa)