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Quando quelli che danno frutto mostrano le spine

02/09/2021  Prudenza e discernimento ci invitano a tenere presente la complessità della vita. La riflessione del teologo Robert Cheaib

In questi giorni estivi ho ricevuto diverse mail con domande, ma una in particolare ha richiamato la mia attenzione. Il mittente condivideva con me la sua riflessione e le sue perplessità a partire dalle parole di Gesù: «Dai loro frutti li riconoscerete», e si chiedeva come tante volte delle persone producono frutti, ma poi, dopo aver dato loro la nostra fiducia, vediamo le loro spine e ci scandalizziamo. A volte, invece, capita il contrario. Giudichiamo una persona e poi vediamo come si trasforma. Alla luce di questo, tra le varie domande che mi poneva, chiedeva se ci potessero essere davvero delle persone con «frutti senza spine».

Ciò che viene appena detto è vero e mostra la complessità della vita. E le parole di Gesù vanno lette proprio nel tessuto della vita. Da buon retore – di carattere semitico – Gesù usava espressioni forti e incisive, ma non per questo era ingenuo e banale. Non bisogna, perciò, prendere l’espressione in maniera staccata dagli

altri discorsi di Gesù. A tal riguardo, mi sembra importante sottolineare due tratti: la mutevolezza delle persone nel tempo da un lato e, dall’altro, la natura complessa di ogni persona, che è – uso un’espressione resa famosa da Lutero – «simul iustus et peccator» (allo stesso tempo, giusta, ovvero santa, e peccatrice).

Parto, quindi, dal punto centrale: il fatto della mutevolezza delle persone. Chi dà frutto oggi, non è garantito che lo dia domani. Chi è santo oggi, non è garantito che lo sia domani. Le persone peccano, cambiano. Per questo, sia chi guarda alla persona santa, sia la stessa persona santa devono essere vigili e adoperarsi per la propria salvezza con «timore e tremore» perché chi è in piedi deve stare attento a non cadere. Entrambi questi avvertimenti ci arrivano da san Paolo, un uomo che conosce profondamente la natura umana.

Il secondo punto, complementare al primo, è un invito. Noto molto, in quest’era del social, la tendenza a canonizzare troppo presto le persone. Magari segui un autore che pubblica qualche sua frase o un commento al Vangelo sulla propria pagina e proietti su questa persona tutti gli aloni di santità e gli allori della gloria celeste. La prudenza e il discernimento, invece, ci invitano alla calma, alla vigilanza. A riconoscere che non c’è santo se non Dio e che tutti noi siamo in cammino verso la sua santità.

 
 
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