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Come aiutare i ragazzi ad attraversare la crisi

03/12/2020  Quello che come adulti non dobbiamo fare è banalizzare o ignorare la loro sofferenza. La riflessione del teologo Gaetano Piccolo

Parlando con alcuni parroci sul modo in cui stanno affrontando a livello pastorale questo tempo di crisi e di difficoltà, è emersa una domanda ricorrente proprio sull’identità del pastore in questa fase della comunità. Ognuno cerca in qualche modo di offrire il proprio contributo e anche i sacerdoti si stanno chiedendo come ripensare il proprio ministero. Durante questo confronto, mi ha particolarmente colpito però l’esigenza che sta emergendo di stare vicino alle famiglie anche nel loro ruolo educativo. A causa della chiusura delle scuole, i genitori si ritrovano a vivere infatti a stretto contatto e per tempi più lunghi con i propri figli. Detta così, è certamente una possibilità bella e arricchente, ma questo ha comportato, per i genitori, la fatica di affrontare più da vicino le crisi dei propri figli. Soprattutto gli adolescenti stanno vivendo un momento di grande confusione: se prima erano impegnati in tante attività, trascorrevano molto tempo fuori casa, erano pieni di emozioni, magari contrastanti, ma che permettevano loro di sentirsi vivi, adesso si trovano improvvisamente piombati nell’immobilismo, nell’incertezza, nel vuoto di lunghe giornate e soprattutto senza quel contatto‚fisico che per un adolescente è fondamentale. I genitori riportano le lacrime e i volti spenti dei loro‚figli. Forse un modo per aiutare i ragazzi in questa fase è raccontare loro le situazioni difficili che anche noi, come adulti, abbiamo vissuto, e tuttavia ce l’abbiamo fatta. Non dobbiamo banalizzare o ignorare la loro sofferenza, ma testimoniare che le difficoltà possono essere attraversate. Possiamo anche far vedere come ogni periodo difficile conosce la sua fine: la paura tende a scoraggiare e a creare la falsa impressione che le cose non miglioreranno mai. Dobbiamo renderci conto che un adolescente tende a fuggire da se stesso, vuole evitare di stare da solo, ha bisogno del gruppo, di riconoscersi negli altri, di condividere quello che sta vivendo per non spaventarsi. Chi ironizza sul desiderio dei ragazzi di tornare a scuola in presenza forse non conosce bene la delicatezza di questo periodo della vita. Un adolescente soffre già di per sé per la solitudine, proviamo a immaginare cosa voglia dire adesso essere costretti alla solitudine, per un periodo lungo e con il timore che possa essere sempre così.

 
 
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