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Chi pregare nella Trinità?

27/05/2021  Più che pregare la Trinità, i santi ci insegnano a entrare nella “preghiera della Trinità”. La riflessione del teologo Robert Cheaib

Una lettrice mi ha posto una domanda che mi sembra molto adeguata da considerare in prossimità della festa della Santissima Trinità. Scrive Maria: «Un “problema” che sento e al quale non trovo soddisfacenti risposte è l’approccio con la Trinità; lo so che è un discorso difficile, che la mente umana non può risolvere (il bambino che scava la buca sulla spiaggia e sant’Agostino), lo so che pregare rivolgendosi a Una delle Tre Persone divine equivale a rivolgersi al Tutto, però sento che il Padre dovrebbe avere una preferenza (lo pregava anche Gesù e ci ha insegnato il Padre nostro) e non so come immaginarlo per concentrare l’attenzione su di Lui pregando. Come posso fare?» Cara Maria, rispondo molto brevemente al tuo quesito che, come hai ben intuito, è più complesso e richiederebbe una trattazione più puntuale, ma una piccola via semplice per rispondere c’è... e la divido in tre punti. Innanzitutto non si prega una “natura”, ma una “persona”... quindi è giusto chiedersi «a chi bisogna rivolgersi?». Ciò detto, la preghiera liturgica della Chiesa è al Padre, per il Figlio, nello Spirito Santo. In altre parole: è lo Spirito che prega in noi. Come? Facendoci conoscere (e ricordare) il Figlio. Ora, conoscendo e vedendo il Figlio noi conosciamo il Padre perché «Dio nessuno l’ha mai visto», ma il Figlio lo rivela e chi vede il Figlio vede il Padre (tutti riferimenti biblici parafrasati che sicuramente conosci). Detto questo, sarebbe un grande errore pensare che pregare Gesù sia togliere qualcosa al Padre o pregare lo Spirito sia togliere qualcosa al Padre (o al Figlio). Nel Nuovo Testamento ci sono preghiere rivolte a Gesù e Gesù stesso invita a rivolgersi a lui («Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò», Giovanni 14,14). Dato che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono della stessa sostanza, in perfetta comunione d’amore, non si possono né disgiungere e nemmeno subordinare (sarebbe eretico e anti-biblico!). Per questo, come hai ben detto, la preghiera rivolta a ognuno è accolta dalle tre Ipostasi trinitarie. Chiudo con una “provocazione” che è un invito alla preghiera: piuttosto che pregare la Trinità, i santi ci insegnano a entrare nella “preghiera della Trinità”. Cosa significa? Se pregare è entrare in un dialogo d’amore e di amicizia, certo che Dio prega, Dio è un’eterna preghiera, un eterno dialogo d’amore. Beato chi dimora nell’amicizia «dei miei Tre», come chiamava santa Elisabetta della Trinità il nostro Dio.

 
 
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