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Mi consigli un padre spirituale? Mi dispiace... ma no!

04/03/2021  L’unico consiglio che do è di chiedere al Signore “incontri benedetti” che possano guidarti. La riflessione del teologo Robert Cheaib

Mi capita molto sovente di ricevere mail da persone che hanno di recente scoperto o riscoperto la fede e che necessitano – giustamente – di un accompagnamento spirituale. Nelle mail di queste persone ritorna una domanda che più o meno suona così: «Conosci un buon padre spirituale da consigliarmi?». Giusto per tranquillizzarvi, la risposta che do non è l’antipatico e secco: «Mi dispiace, ma no!». Ma il risultato è simile: non consiglio padri spirituali e – mi permetto di andare oltre – non consiglio di farlo. Piuttosto che rimanere nell’astratto, vi dico il perché condividendo la risposta che ho inviato di recente a un giovane zelante che di recente ha riscoperto la fede. «La carenza di padri spirituali è tanta... e direi che la situazione è stata così da sempre... Gesù stesso ci invita a pregare affinché mandi operai alla sua messe... e non c’è altra via... è dall’alto che vengono le guide illuminate e illuminanti… «Non mi sento di indicarle una persona così, in astratto. La relazione con un padre o una madre spirituale è una relazione che bisognerebbe discernere personalmente. Non si tratta di un semplice “de gustibus”, ma di qualcosa di più profondo. Si tratta di una chiamata... «Quello che le consiglio è di pregare, di chiedere al Signore luce e “incontri benedetti” che pian piano la guidino. E, in questa attesa paziente e orante, le consiglio di chiedere al Signore di essere la sua guida... anche perché qualsiasi guida, se ci porta sulla retta via, ci porta in Cristo e a Cristo, via, verità e vita. «In attesa di questo incontro, le suggerisco di coltivare l’amicizia spirituale e la vita comunitaria. Il nemico, il diavolo – come scriveva sapientemente padre David Maria Turoldo in Il diavolo sul pinnacolo – “è un grande approfittatore di solitudini”. «E, infine, le auguro di vivere l’esperienza di Teresa di Gesù Bambino la quale scriveva: “Gesù non ha affatto bisogno di libri né di dottori per istruire le anime; dottore dei dottori, Egli insegna senza rumor di parole. Mai l’ho udito parlare, ma sento che Egli è in me, ad ogni istante mi guida, mi ispira quello che devo dire o fare”».

 
 
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